Il segretario Daniele Calosi: “Vogliamo conoscere la proposta dell’azienda prima del tavolo di lunedì. Ma rimaniamo fermi su un punto chiave: non può esserci contrattazione senza il ritiro della procedura”
Si delineano posizioni diverse fra i sindacati nel caso Bekaert. Se la linea della Fim Cisl è di andare avanti con la trattativa per capire cosa possa mettere sul piatto l'azienda (" Se interrompessimo tutto l’avrebbe vinta l’azienda, che invece vogliamo tenere inchiodata al tavolo", ha detto il segretario Alessandro Beccastrini), all'indomani dell'assemblea con i lavoratori è molto più dura la posizione della Fiom Cgil.
"Noi rimaniamo fermi sul 'no' a qualsiasi ipotesi che comprenda ancora i licenziamenti. Non c'è trattativa senza il ritiro della procedura", dice oggi il segretario della Fiom Cgil, Daniele Calosi. "Ma questa è stata la richiesta condivisa fin dall'inizio dai sindacati e dalle istituzioni, non siamo noi ad aver cambiato idea. L'azienda finora ha sempre risposto negativamente alle richieste di ritirare la procedura, quindi mantiene i licenziamenti: che siano a settembre o a gennaio, per noi non cambia nulla", ribadisce Calosi. "Per la Fiom il mandato ricevuto dai lavoratori è questo e visto che ad oggi non vi sono state votazioni, se qualcuno ha cambiato idea ci spieghi il perché. Se la volontà dell'azienda è procedere comunque ai licenziamenti senza darci nessuna alternativa ma solo posticipando i tempi è bene che si sappia che la Fiom non è disponibile a fare una trattativa perché significherebbe cedere ad un ricatto".
E sulla proposta che Bekaert dovrà portare al tavolo lunedì, il segretario Fiom Cgil aggiunge: "Vogliamo vederla prima, per analizzarla in anticipo rispetto alla convocazione al Ministero. Altrimenti sarà impossibile esprimersi sul momento. Al tavolo ci saremo, anche perché siamo nella fase di consultazione sindacale prevista dalla legge, ma vogliamo conoscere prima la proposta per poterla analizzare in ogni suo aspetto e poter così dare a nostra volta una risposta in forma scritta. E ribadiamo che non ci sarà alcuna trattativa senza la continuità dei contratti di lavoro e il ricorso alla cassa integrazione: solo così si potrà parlare di reindustrializzazione".
Mentre sul nodo della proposta di decreto, chiude: "Al Ministero ci è stato detto chiaramente che la nostra proposta non potrà essere fatta propria dal Mise e dal Governo. Mi aspetto che il Ministero faccia qualcosa, in ogni modo, per i lavoratori Bekaert, perché altrimenti in questa vicenda peserà anche una responsabilità politica. Ci duole prendere atto del fatto che la passerella portata avanti da pezzi della politica di fronte ai cancelli per dimostrare un qualche tipo di solidarietà, ad oggi sembra scomparsa. Lo stesso siamo costretti a dirlo del Governo che, con il Ministro Luigi Di Maio, è stato presente ad un solo tavolo di trattativa, giusto per riferire in Parlamento, salvo poi non farsi più vedere. Ci aiuti la politica, maggioranza e opposizione, a risolvere la vertenza obbligando l'azienda a fare una trattativa, facendo leva sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali che l'azienda e il Governo hanno facoltà di attivare, cosa che ad oggi, però, non hanno fatto. Possono fornirci gli strumenti per risolvere la vertenza e arrivare ad una vera re-industrializzazione quindi, se questi strumenti non si troveranno, sarà solo per una questione di mancata volontà e, nel caso, dovranno assumersi la responsabilità di aver permesso una delocalizzazione selvaggia".