Il Movimento 5 Stelle del Valdarno e della Valdisieve, con i deputati Artini e Segoni, rende pubblico il ricorso al Tar presentato da Aer Impianti. E l’attacco è durissimo: “Aer Impianti dichiara il rischio fallimento. Basta giocare a rimpiattino: chiare responsabilità dei sindaci del Pd, chiediamo l’azzeramento totale dei vertici per manifesta incapacità e mancanza di trasparenza”
Sul ricorso al Tar presentato da Aer Impianti contro il piano d’ambito di Ato Toscana Centro, torna all'attacco il Movimento 5 Stelle del Valdarno e della Valdisieve. Che spiega di essere venuto in possesso del testo del ricorso: tutto ruoterebbe quindi intorno al piano di ambito, che riduce le tonnellate di rifiuti da smaltire a Selvapiana da 60mila a 45mila tonnellate annue. Una diminuzione su cui la società mista avrebbe incardinato il ricorso, spiegando che così diventerebbe inutile l'impianto stesso di Selvapiana.
Ed è proprio su queste tesi che il M5S, con i deputati Artini e Segoni, affonda le sue critiche e arriva a chiedere l'azzeramento di tutti i vertici aziendali, sia di Aer che di Aer Impianti. "Nel ricorso sono scritte nero su bianche verità che i silenti sindaci e candidati sindaco del Pd non vogliono rendere pubbliche e che il Movimento 5 Stelle ha scoperto. La verità è venuta a galla ed è arrivata l’ora di smettere di giocare a rimpiattino. La vicenda rischia seriamente di ripercuotersi sui cittadini visto che Aer Impianti è una partecipata ed è sostenuta non solo dal socio privato ma anche da capitale pubblico".
Nel ricorso di Aer Impianti, guidata dal presidente Marcello Ulivieri, il M5S sottolinea alcuni passaggi. Tra gli altri, si legge: “è di tutta evidenza che la vera e propria sottrazione del flusso di rifiuti funzionale e necessario alla saturazione impiantistica rappresenti una ben consapevole condanna a morte dell’impianto di Selvapiana”. E ancora: con l'approvazione del piano di ambito “in palese violazione della pianificazione interprovinciale si determinerebbe la non realizzazione dell’impianto di Selvapiana, compartecipando al fallimento di una società a partecipazione pubblica (Aer Impianti ndr), tra i cui soci figurano alcuni soci della stessa Autorità d’Ambito”.
"Aer Impianti scrive nero su bianco che con l’attuale piano d’ambito la società è sull’orlo del fallimento – denunciano i due deputati del M5S – e questo avviene perché 15mila tonnellate di rifiuti che dovevano arrivare da Arezzo non arriveranno, mentre quelli dell’Ato Toscana Centro verranno smaltiti negli altri impianti del territorio, creando una vera e propria guerra dei rifiuti. Aer Impianti contro Ato Toscana Centro e la Provincia di Firenze, che dando il via libera al piano d’ambito avrebbe sconfessato, secondo il parere della società, il piano Interprovinciale dei rifiuti. Ma anche i Comuni del Valdarno e della Valdisieve, soci di Aer Impianti, contro i Comuni della Piana e la Provincia di Firenze. Alla faccia della tanto decantata Città metropolitana".
"Cade così – attacca il M5S – l’ultima foglia di fico rimasta ai vertici del Pd e delle società partecipate Aer Impianti e la sorella maggiore Aer, che si occupano di rifiuti e sono espressione proprio del Pd: i presidenti sono Marcello Ulivieri, ex sindaco di Pelago, e Silvano Longini, ex sindaco di Figline. La verità è che dietro alla tanto osannata politica dei rifiuti zero, continuano a prevalere solo vecchie logiche di partito, superate ormai dai fatti ma che rischiano di essere pagate a caro prezzo non dagli amministratori pubblici ma dagli incolpevoli cittadini".
Da qui la richiesta del Movimento 5 Stelle: "Pensiamo che l’exit strategy adesso possa essere solo una: l’azzeramento dei cda di Aer e Aer Impianti, e l’avvio di una politica trasparente e realmente incentrata sui rifiuti zero il cui obiettivo deve essere quello di non realizzare gli impianti. Il nostro impegno adesso è quella di fare piena luce sulla gestione di Aer Impianti, chiedendo copia di tutti i bilanci approvati dal 2009, vista l’opacità delle operazioni effettuate, e impegnandosi in prima linea affinché queste politiche dissennate non ricadano sui cittadini" concludono Artini e Segoni.