La campagna elettorale a Figline e Incisa ha riacceso i riflettori anche sulla questione del secondo ponte sull’Arno. Per quest’opera, che si attende da troppo tempo, la consigliera regionale FdI Elisa Tozzi aveva proposto di utilizzare i 55 milioni di euro Pnrr che sono stati nuovamente riconosciuti alla Città Metropolitana di Firenze; il candidato sindaco Buoncompagni invece ha parlato di occasione perduta, riferendosi ai Fondi europei per Sviluppo e Coesione al centro di un accordo fra Regione e Governo, nel quale appunto non figura tra le opere finanziate il secondo ponte.
A questi interventi replica oggi il Psi di Figline e Incisa con una nota. “Come Buoncompagni dovrebbe ben sapere essendo stato vicesindaco per quattro anni, la questione del secondo ponte sull’Arno non è così semplice come lui ha inteso raccontarla alla cittadinanza. Lo studio di fattibilità, tramite appalto concorso, commissionato dalla Provincia oltre 10 anni fa non è stato ritenuto, sia sul piano progettuale e conseguentemente nella valutazione economica, un documento attendibile perché nel frattempo erano cambiate le norme sul rischio idraulico e sulla quota (battente idraulico) di altezza da tenere rispetto all’Arno”.
“Più volte in passato era stato richiesto l’intervento del Governo tramite risorse proprie, ad esempio attraverso i Fondi Cipe, risorse che erano state precluse a causa della classificazione comunale della strada di Pian di Rona nel comune di Reggello, aspetto che sta per essere superato con la classificazione a strada regionale in seguito ai lavori in corso e allo spostamento della SR69 in riva destra dell’Arno. Grazie all’intervento della Regione Toscana e Città Metropolitana nel 2022 sono state stanziate le somme (250.000) euro per effettuare un serio studio di fattibilità che, valutate le norme vigenti, stabilisca con certezza se il ponte così come è stato pensato è realizzabile, stabilendo dove, come e a quale costo finanziario. Si tratta di un ponte non semplice perché, muovendo dalla strada di Pian di Rona deve sottopassare la direttissima, l’autostrada, quindi risalire alla quota idraulica idonea per attraversare l’Arno e ricongiungersi con la variantina nel comune di Figline. In un’area peraltro interessata anche dalla realizzazione delle casse di espansione”.
“Questo studio di fattibilità – spiega ancora il PSI – che conterrà anche la progettazione di livello preliminare, sarà consegnato entro l’estate. Solo grazie agli esiti di questo livello preliminare di progettazione potranno essere compiuti i passi successivi, la progettazione definitiva ed esecutiva e la ricerca del finanziamento, attivando tutti i livelli interessati, quindi Regione e Governo”.
Poi la replica nel merito delle due proposte: “La proposta della consigliera regionale Tozzi di devolvere per il ponte i 55 milioni restituiti alla Metrocittà sui fondi PNRR che erano stati tolti sullo stadio Franchi è inattuabile, e la consigliera lo dovrebbe sapere bene, perché in primo luogo il PNRR in nessuna misura consente di finanziare opere per la viabilità, in secondo luogo le opere PNRR devono essere concluse entro il 2026 a pena di restituzione. E come potrebbe essere pronta un’opera di cui ad oggi non abbiamo neppure una progettazione definitiva?”.
“La proposta di Buoncompagni di finanziarlo attraverso l’accordo dei Fondi Sviluppo e Coesione (Fondi europei) siglato mercoledì da Giani e Meloni, (fondi che per legge devono essere decisi d’intesa tra Regione e Governo), è altrettanto campata in aria perché non possono essere assegnati per opere di cui non sia certa la fattibilità e men che mai senza che venga determinato con certezza il costo, rendendo di fatto impossibile effettuare anche la richiesta di finanziamento”.
“I problemi complessi – conclude la nota del PSI – esigono approfondimento e chi li riduce a semplici risoluzioni, dimostra ben che meno, di non essere all’altezza di gestirli. Specialmente se questa persona ha alle spalle un’esperienza di assessore proprio alle infrastrutture”.