Sono partite a inizio luglio, sul territorio di Figline e Incisa, le lavorazioni previste dal Piano delle Attività di Bonifica 2023, lo strumento di programmazione approvato dalla Regione Toscana e individuato dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, di concerto con l’amministrazione comunale.
Ancora una volta protagonista è l’Arno: sfalcio della vegetazione erbacea e arbustiva, taglio selettivo delle alberature e piccoli ripristini interesseranno il fiume per circa 12 km.
Complessivamente, considerando tutti i corsi d’acqua interessati, si lavora su 45 km con la manutenzione ordinaria, che terminerà entro il mese di dicembre 2023. Su molti di questi, gli interventi sono stati eseguiti o sono attualmente in corso.
L’operazione “fiumi in forma” come sempre è partita dalle aree urbane e più densamente antropizzate. A Figline, sono state ultimate le lavorazioni sul Borro del Valico in località Ponte agli Stolli, sul Borro di Fracassi, sul borro di Vincesimo e Restone. Nei prossimi giorni i lavori avvieranno sugli affluenti di sinistra del torrente Cesto in località Scampata a cui seguiranno poi quelle sul torrente.
Nell’elenco dei corsi d’acqua sotto trattamento insieme all’intero tratto dell’Arno, arginatura leopoldina compresa, sotto i ferri passeranno il Borro Vicinale, dove il contenimento della vegetazione sarà accompagnato da rimozione dei sedimenti e riprofilatura dell’alveo; il borro di Camporibaldi; il borro di Ponterosso e Fosso della Granchia, il Borro di Sant’Andrea e dell’Alberaia a Norcenni.
Spostandoci ad Incisa, il trattamento più complesso è per il Borro di Bagnoli, dove oltre a sfalcio e taglio della vegetazione, il Consorzio di Bonifica eseguirà l’espurgo della vasca di sedimentazione. Lavori in corso o in partenza poi sul Borro di Moriano, il Fosso delle Campane, i fossi del Burchio e dei Bagnani e, al confine con il comune di Rignano, il fosso del Selceto.
Rimane in stand by il torrente Resco al Matassino: la scelta di rinviare le operazioni di sfalcio sul tratto figlinese del corso d’acqua è supportata da ragioni oggettive, dettate dalla presenza del Poligono del Giappone, la specie infestante che sta colonizzando molti corsi d’acqua del comprensorio.
Spiega la Presidente del Consorzio Serena Stefani: “Il Resco è una delle vittime di questa pianta che, di origine asiatica, è stata importata probabilmente per scopi decorativi ma che, con la sua eccezionale capacità di riproduzione e il suo vigore, finisce per distruggere la vegetazione autoctona e, per le sue caratteristiche, per minare la robustezza delle sponde. Non esiste ancora un sistema certo per controllarla in modo efficace. Diversi sono i tentativi sperimentati in Italia e in Europa, ma con un successo molto limitato. Per evitare di moltiplicare i costi di intervento, che graverebbero sul contributo di bonifica richiesto ai cittadini proprietari di immobili, il Consorzio ha optato, di concerto con il comune, di ricorrere a un’altra pratica, peraltro supportata dagli esiti di molti studi: intervenire con un unico taglio in autunno-inverno alla fine della stagione vegetativa, abbruciando i residui dell’operazione, per evitare o minimizzare le possibilità di riproduzione della pianta. Colgo l’occasione per rassicurare i cittadini. Su questo tratto dove il taglio viene eseguito con cadenza annuale, gli steli presenti, pur apparendo molto rigogliosi e densi, sono flessibili e quindi non ostacolano il regolare deflusso delle acque. Quindi dal punto di vista idraulico non rappresentano un problema”.
“Come ogni anno, il Consorzio di Bonifica porta avanti, sulla base di una pianificazione concordata con il Comune, importantissime manutenzioni funzionali alla sicurezza idraulica del territorio – spiega la sindaca Giulia Mugnai – ed è proprio grazie a questo lavoro che arriveremo alla stagione delle piogge con fattori di rischio notevolmente ridotti rispetto ad eventuali danni provocabili dagli eventi atmosferici autunnali e invernali. Inoltre, parallelamente alle attività di prevenzione e pulitura degli alvei, continua il lavoro, a carico della Regione Toscana, per ultimare il sistema di Casse d’espansione sul nostro territorio. Dopo aver ultimato la Cassa di Matassino, che è già in esercizio, l’ente regionale si sta occupando infatti sia della cassa di Restone, per la quale sono già stati affidati i lavori e la cui area è già in fase di preparazione cantiere, e per quella di Prulli-Leccio, per la quale è stato approvato il progetto esecutivo e sono in corso i successivi step amministrativi che porteranno all’affidamento della gara d’appalto”.