Ha avuto un lieto fine la vicenda di Malibù, il Caracal o Lince del deserto, diffuso in alcuni paesi europei come animale d’affezione, in vacanza con i suoi proprietari al Camping di Figline, scomparso, ritrovato e poi posto sotto sequestro. Con la sua famiglia è tornato in Polonia, a casa, anche se il provvedimento preso dai carabinieri Cites di Firenze rimane.
Malibù finora è rimasto nelle strutture della ASL Toscana a Firenze. Era spaventato, disorientato, ma stava bene fisicamente. A raccontarci cosa è accaduto per il suo ritorno a casa è l’avvocato Silvio Pittori, legale della famiglia
“Il Caracal rimane sotto sequestro ma adesso è a casa. Era traumatizzato e spaventato. Devo dire che i carabinieri forestale, il Pm e la Asl sono stati davvero molto sensibili. Il Caracal era chippato, vaccinato, ed hanno compreso che la proprietaria ha agito in buona fede. Quindi Malibù è tornato a casa sotto la responsabilità della proprietaria alla quale il Pubblico Ministero l’ha affidato in qualità di custode”.
I carabinieri avevano già spiegato: “Dalle informazioni ricevute dalla proprietaria e dall’esame della documentazione esibita, Malibu è risultato essere un esemplare di Caracal nato in cattività presso un allevamento belga, non ibridato e dunque classificato dalla normativa italiana quale animale pericoloso e non detenibile. Diversamente in Polonia e in altri Paesi della UE, non esiste il divieto di detenzione per i privati di talune specie di animali pericolosi”.
Ed ancora: “È stata riscontrata anche la regolarità del passaporto sanitario dell’esemplare, rilasciato dall’autorità veterinaria polacca. La proprietaria era convinta, per informazioni assunte in tal senso presso le autorità veterinarie polacche, in previsione del viaggio in Italia, della liceità dell’introduzione di tale esemplare in Italia”.
La vicenda, dunque, si è conclusa nel migliore dei modi.