25, Aprile, 2024

Le utopie del giovane Majakovskij, in scena a Laterina

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Sabato 18 Febbraio al Teatro Comunale di Laterina va in scena “Majakovskij! Il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro del ragazzo”. Uno spettacolo che ripercorre la vita del giovane poeta, non ancora divenuto icona della Rivoluzione Russa, che unisce musica e reading teatrale.

Parole e musica che si susseguono, che si incontrano con i versi e la vita di colui che è stato il cantore della Rivoluzione di Ottobre prima, e il maggior interprete della Russia post rivoluzionaria in seguito: il racconto attraverso le poesie di un giovane Vladímir Vladímirovič Majakovskij, incontrano sul palco i ritmi urbani dei giorni nostri

È questo il tema dello spettacolo “Majakovskij! Il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro del ragazzo” in scena per la prima volta assoluta Sabato 18 Febbraio, al Teatro Comunale di Laterina alle 21.15.

Una reading teatrale che si amalgama con i suoni della musica dal vivo, attraverso l’interpretazione di Chiara Cappelli, il basso di Arlo Bigazzi (compositore e produttore nonché fondatore della Materiali Sonori ), la chitarra di Francesco Frank Cusumano (ex Martinicca Boison) e i suoni elettronici “registrati e destrutturati” da Lorenzo Moka Tommasini.

 

 

Proprio la talentuosa Chiara Cappelli avrà l’onore di rendere in scena le emozioni di un Majakovskij utopista e innamorato della vita -non ancora diventato icona ideologica- attraverso poesie giovanili che naturalmente si mescolano con la sua biografia: raccontando così la storia di un ragazzo voglioso di sfidare le apparenti banalità che lo circondano, stimolato da istinti di ribellione giovanile.
Nata a Siena nel 1989, Chiara Cappelli ha studiato presso la Scuola di Teatro Laboratorio Nove di Sesto Fiorentino e presso l’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, dove si è specializzata nel doppiaggio. Laureata anche in Lingue e Comunicazioni Interculturale, ha lavorato come attrice in numerosi spettacoli teatrali; attualmente parte della compagnia teatrale Cantiere Artaud, ha collaborato in più occasioni con Blanket Studio (collettivo di produzione cinematografica indipendente) e con l’etichetta discografica Materiali Sonori.

 

“Affrontare un dialogo a tu per tu con il giovane Majakovskij è stato di grande impatto e crescita personale, portandomi ad affrontare una profonda riflessione sulla gioventù, mia e dei miei coetanei” racconta Chiara

“Spesso in molte sue parole l’artista si rivolgeva ai giovani cosciente che essi, avrebbero dovuto impegnare tutte le loro forze per rendere il loro mondo un luogo migliore. 
Attraverso la nostra ricerca biografica e linguistica, abbiamo trovato  un Majakovskij più nascosto, “al di là” della Rivoluzione nel senso prettamente politico del termine. La figura che ne è emersa è stata quella di un ragazzo che definirei “contemporaneo”, pieno di contraddizioni ma allo stesso tempo di forti e grandi speranze, che cercava di attuare una rivoluzione del pensiero, generazionale prima che politica”. 

 

 

“Majakovskij! Il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro del ragazzo” è un opera che nasce dall’incontro tra Chiara e Arlo Bigazzi, destinato ad essere riproposto in scena prossimamente nel resto della Toscana, ma anche in Campania e Lombardia: le date sono in via di definizione, quella del Teatro Comunale di Laterina sarà la prima di un vero e proprio tour di spettacoli.

“I progetti spesso nascono per caso o perché devono nascere. Con Arlo abbiamo avuto modo di lavorare all’interno di progetti teatrali di altre compagnie, e da qualche tempo ci dicevamo di provare a creare qualcosa insieme. Nella primavera dello scorso anno, grazie a Riccardo Vanelli di Dritto & Rovescio, nacque l’idea di fare una lettura con accompagnamento musicale di alcune poesie di Majakovskij. L’occasione sarebbe stata per la ricorrenza del 1° maggio. Le letture non ci furono, causa maltempo, ma a me e Arlo rimase la voglia di approfondire l’argomento. 
Da quel momento ha cominciato a prendere vita l’idea di occuparsi di un progetto di più ampio respiro, che comprendesse al suo interno brani di narrazione riguardanti gli anni della sua gioventù – praticamente dalla nascita fino agli inizi della Rivoluzione – alternati ad alcune sue opere, non tutte tra le più conosciute. Arlo, avendolo scoperto e amato fin da ragazzo, ha provato a scrivere le parti sulle vicende della vita; io, che durante gli anni di studio della lingua e della letteratura russa ero entrata in contatto con le opere del poeta, ho deciso di tradurre personalmente alcune delle sue poesie. Da parte di Arlo, contemporaneamente al lavoro sul testo, è stata creata la musica, protagonista dialogante con le parole, in una atmosfera che potremmo azzardare a definire “da concerto rock”. Per la produzione musicale, poi, abbiamo avuto la possibilità di avere la collaborazione di Lorenzo Moka Tommasini, che ha rielaborato molte parti ritmiche e creato nuovi interventi di tastiere elettroniche, e di Francesco Cusumano, uno dei più apprezzati chitarristi dell’area fiorentina che sarà anche con noi sul palco”.

 

Un progetto che sembra potersi anche ampliare in una produzione che superi i palchi dei teatri nazionali, attraverso una serie di idee in cantiere che potrebbero prossimamente prendere forma: 

“Attualmente stiamo registrando tutto lo spettacolo, anche se per adesso non abbiamo in programma di farne un CD: non abbiamo né l’urgenza né l’esigenza di vederlo pubblicato nel supporto tradizionale. La volontà è quella di farlo veicolare sulle varie piattaforme digitali e dovremmo avvalerci del sostegno di Materiali Sonori, anche se non ne abbiamo ancora parlato. Il primo obiettivo sarà comunque quello di essere presenti in rete; infatti, con la collaborazione di Pierfrancesco Bigazzi e Rossano Dalla Barba, abbiamo realizzato già dei video che circolano o circoleranno a breve. Un paio sono realizzati con le poesie e le musiche, come dei veri e propri video clip musicali, altri documentano solo istanti della lavorazione del progetto. Come ho detto, vorremmo che “Majakovskij! – il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro di un ragazzo”, avesse il più ampio respiro e utilizzi più forme e supporti. Ti confesso, che ogni tanto, parliamo persino di farne un libro, seppur con molto pudore.”

 

 

 

Incontrare e dar voce al giovane Majakovskij, è stata indubbiamente un’esperienza professionale e personale molto toccante per Chiara, soprattutto attualizzando la storie e le parole del giovane poeta ai tempi che viviamo:

“Molte volte nel corso dei mesi di studio mi sono chiesta che cosa avrebbe potuto dire un ragazzo come Vladimir Vladimirovič ai giovani di oggi. In un mondo occidentale (certamente diverso dalla Russia del tempo ma tuttavia con tratti paurosamente ricorrenti) che sembra prossimo al declino e che sembra lasciare così poche speranze per il futuro, quali sarebbero stati i suoi pensieri, le sue azioni? Con quali parole avrebbe cercato di spronare i suoi coetanei a spogliarsi di impostazioni mentali vecchie e per certi versi comode e rassicuranti, a risollevarsi da una trascinante cecità di valori, a “rivoluzionare” le proprie idee, ad andare avanti? Attraverso queste domande mi sono affezionata a lui e lo porto con me come un compagno di viaggio, grande e fragile allo stesso tempo, un giovane ventenne pieno di vita”

 

 

 

 

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