18, Dicembre, 2024

La gloriosa memoria del Teatro Garibaldi di Figline

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Il Teatro Garibaldi è un luogo storico del centro di Figline Valdarno, negli anni ha rivestito, poi, un ruolo di vitale importanza per il tessuto culturale e sociale anche dell’intero Valdarno. Le musiche e voci delle opere di Bellini e Verdi hanno riecheggiato per anni fra queste mura, portando il Garibaldi alla fama che ancora oggi lo contraddistingue.

Il Teatro Garibaldi venne edificato tra il 1868 e il 1871 e come si legge nel libro “Cronache del Teatro Garibaldi” scritto da Vittorio Franchini: “È una gloria nostra, valdarnese. Spesso fece accorrere da tutti i paesi vicini, folle di spettatori per ascoltare magnifici spettacoli lirici. Sopra il suo palcoscenico passarono cantanti celebri e mediocri, attori di grido e oscuri guitti, figure note e ignote del mondo dell’arte e della politica“. Il Teatro divenne così uno dei più importanti luoghi di cultura del territorio figlinese: è, infatti, passato poco più di un anno dal 150 esimo anniversario del Teatro Garibaldi, il quale nel corso dell’anno scorso ha registrato un importante numero di di presenze (l’anno scorso 7.349 in totale, con una media di ben 367 spettatori a spettacolo).

Tornando indietro nel tempo, la storia del Teatro Garibaldi inizia nel 1866 quando venne deciso di usare una parte delle mura di Figline che stavano crollando per farne un teatro. A capo del progetto ci fu l’architetto figlinese Angelo Pierallini, il quale realizzò l’opera in soli cinque anni grazie alla collaborazione dell’ “Accademia dei Risorti”, poi “Accademia dei Concordi”, fondata da un gruppo di flglinesi facoltosi insieme al Conte Serristori. Quest’ultimi scelsero di chiamare il neo teatro “Garibaldi”, poiché proprio vicino alla stazione di Figline venne arrestato  l’unificatore d’Italia nel 1867.

La stagione teatrale iniziò nella primavera del 1871, ogni sera da questo momento davanti al Teatro Garibaldi si riservava una grande quantità di persone, provenienti anche da paesi vicini in carrozza. Infatti, a quei tempi il Garibaldi poteva definirsi come uno dei più belli, eleganti e capaci teatro della nostra zona, insomma un vero vanto per il Comune di un tempo. Il battesimo di fuoco del Garibaldi si ebbe in una serata primaverile con l’opera “Ernani” , purtroppo i nomi dei cantanti e del Direttore d’orchestra sono andati perduti, anche se nella memoria sono rimasti i ricordi di una grande serata d’apertura. Le opere successive che presero vita sul palco del Garibaldi furono: “La Lucia”, “Favorita” e il “Trovatore”, il quale colpì particolarmente i flglinesi del 1884. In un primo momento sembra che le scelte delle messe in scena si orientassero sulla “terna immortale”: Verdi, Bellini e Donizzetti. L’opera del Bellini “Norma” prese vita nel 1893 e grazie a questa il Garibaldi ottenne la sua fama in Valdarno: “Ogni sera, dicono i vecchi, nella Piazza Serristori davanti al teatro, posteggiavano file interminabili di carrozze venute dai paesi vicini, grandi carrozze da postiglioni che potevano ospitare venti persone, tirate da quattro cavalli. Dopo lo spettacolo sparivano nel buio delle strade tra vortici di polvere”, si legge nelle Cronache del Teatro.

Dopo il Novecento, il Teatro vide un profondo momento di crisi economica dovuto alla vicende belliche nazionali che imperversarono anche in Valdarno, la sua stagione ripartì solo negli anni ’20 quando terminò la guerra. Il secondo battesimo del Garibaldi fu la messa in scena dell’opera verdiana “I Lombardi della prima crociata”, tuttavia i tempi erano cambiati, soprattutto i gusti delle persone non più legati alla lirica, ma alla nuovissima invenzione del cinema. Il Garibaldi, per un periodo, divenne anche la sede della nuova tecnologia, ed è proprio in questo clima nuovo e di fervore che, nel 1921, presso il Teatro scoppiò una bomba: fortunatamente, essa esplose davanti alle porte del teatro e non al suo interno durante lo spettacolo in corso. Seguì la seconda guerra mondiale, poi, e così il Garibaldi cambiò la sua funzione, da luogo di cultura a luogo che ospitava anche incontri di pugilato, da finzione a realtà crudele. Anche l’attività cinematografica venne abbandonata e il teatro era sempre più abbandonato a se stesso: nel 1957 cessò la sua attività e venne ceduto dall’Accademia. Dopo venti anni, così, la storia del Teatro si legò a quella dell’amministrazione comunale di Figline, che nel 1983 avviò un consistente piano di recupero della struttura. Grazie a questo, il Garibaldi “ritornò in vita”, avviando nuovamente la sua attività teatrale a partire dal 1 ottobre 1995 e mantenendo ancora oggi la sua fama nel territorio, grazie a numerosi spettacoli che il Teatro ospita puntualmente. Lo stesso comune di Figline Valdarno, proprio quest’anno, ha prodotto un bellissimo video in cui il Garibaldi si racconta in prima persona grazie alla voce di Francesco Pannofino.

Un bellissimo e veritiero quadro della storia del Teatro lo offre nuovamente Vittorio Franchini:

Se il vecchio « Garibaldi » potesse parlare che altro ci direbbe della multiforme attività di tanti anni di vita? Quante cose ancore che noi non riusciamo a trarre dalla memoria! Oltre le opere, i drammi, le operette, il « varietà » e le Bande che fecero assordire le “ben costrutte orecchie”, ci parlerebbe di rappresentazioni sacre e profane, di veglie mascherate, dei celebri burattini di Podrecca, di concerti di ciechi, della rumorosa Compagnia di Polidoro (celebre comico del « muto » passato alle scene), d’ incontri di boxe organizzati da Italo Capanni, di una sfida di Lotta greco-romana fra il campione del mondo Giovanni Raicevich e lo spagnolo Ciquito di Bilbao, e perfino di cavalli, di leoni, di tigri, di elefanti, di serpenti (e questo è troppo) ospitati fra le sue mura, entro cui lasciarono per molto tempo, tanfo di stalla

Il Teatro Garibaldi è stato, ed è, quindi il perfetto esempio di memoria valdarnese, un luogo nel quale generazioni hanno passato le serate fra risate e pianti, ma anche un luogo che ha vissuto sulle sue mura la storia italiana. Un luogo, quindi, che ha visto e dato tanto ai figlinesi (e non solo) anche al giorno d’oggi.

Le foto d’epoca sono state riprese dal video prodotto dal Comune di Figline

 

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