22, Agosto, 2025

Regionali, l’annuncio della reggellese Elisa Tozzi (FdI): “Sarò di nuovo candidata”. L’analisi dei cinque anni di consiliatura

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Elisa Tozzi, reggellese, consigliera regionale uscente di Fratelli d’Italia. Sarà di nuovo candidata alle prossime elezioni regionali?

“Sì, sarò candidata sicuramente, perché mi sono messa di nuovo a disposizione per questa avventura. Per i prossimi cinque anni spero di poter completare l’attività fatta per il territorio nell’ultima consiliatura”, esordisce Tozzi, che poi analizza lo scenario delle elezioni in arrivo a ottobre. “Come centrodestra, stavolta ovviamente vogliamo sfruttare l’occasione, ci siamo. Il centrosinistra propone l’improponibile, perché tenta di tenere insieme soggetti che non hanno nulla in comune: chi è stato sempre contro il reddito di cittadinanza, con quelli che invece oggi addirittura lo vogliono portare a livello regionale; chi dice no all’infrastruttura, allo sviluppo, all’aeroporto, ai termovalorizzatori, con chi invece ne ha fatto sempre una bandiera, come lo stesso Presidente Giani. Mi sembra francamente incoerente. Bisogna essere seri e coerenti quando si fa politica. Noi abbiamo una proposta alternativa, per noi le infrastrutture sono centrali e il rapporto con Roma dovrà aiutarci ancora di più a sbloccare certe situazioni. Su questo l’impegno c’è. E poi dobbiamo pensare alla crescita dei territori, per me ad esempio è cruciale la parte della leva fiscale, per far crescere il territorio guardando in modo concreto ai bisogni delle attività commerciali e incentivando le attività dove c’è il rischio che si possano spopolare certi territori, penso ad esempio alle zone montane che gravitano sul Valdarno, Reggello ne è un esempio”.

L’annuncio della ricandidatura di Elisa Tozzi è anche l’occasione per tirare un bilancio del lavoro portato avanti in questi cinque anni dai banchi dell’opposizione in Consiglio regionale, prima con la Lega e poi (dal 2023) appunto con Fratelli d’Italia.

“Di questi cinque anni sicuramente il bilancio è stato un bilancio positivo per quanto può essere positivo per un consigliere d’opposizione. L’attività si è focalizzata su questioni territoriali, che richiedono risposte da decenni: penso al tema delle infrastrutture su tutti, il nostro secondo ponte di Figline. Ho portato avanti un’attività quasi frenetica, sollecitando continuamente una presa di posizione: la richiesta è stata ‘finanziateci questa benedetta opera’. La Metrocittà ancora oggi ha uno studio di fattibilità in mano, non si capisce se è finito, è una situazione paradossale che condanna il territorio ad una situazione di arretratezza, mobilità critica e tutte le conseguenze che questo porta. Nei prossimi cinque anni questa sarà una sfida che si riprenderà in mano”.

Poi il quadro economico del territorio: “La crisi è stata pesante, se si pensa alla manifattura, alla pelletteria, la moda. C’è una situazione occupazionale critica e una congiuntura complessa: certo è che devi cercare di creare le condizioni perché gli investimenti ci restino, e questo non è avvenuto perché noi abbiamo visto veramente molto poco”.

Sul fronte dei trasporti ferroviari, Tozzi aggiunge: “La questione del pendolarismo è stata centrale, come consigliera regionale l’ho affrontata tante volte anche interloquendo con i Comitati dei Pendolari e facendomi portavoce delle loro istanze. Una situazione che oggi è critica, perché la Regione in cinque anni non ha messo bene in chiaro con il gestore il futuro della mobilità ferroviaria nelle nostre zone. Oggi c’è un vago impegno a non spostare i treni sulla linea lenta, ma comunque il materiale rotabile adeguato a continuare ad andare sulla Direttissima è totalmente fermo, perché la Regione Toscana di fatto non l’ha acquistato. Forse quei treni li vedremo nel 2026 nella tratta Umbra. Siamo ancora estremamente in ritardo e questa è un’altra situazione su cui nostro monitoraggio è stato costante”.

“Altro tema per noi sono i servizi sanitari. Io ho sempre sostenuto che gli investimenti sulle case di comunità, siano investimenti costosi che di fatto lasciano delle scatole vuote: il personale manca, come manca in sanità, lo smantellamento dei servizi essenziali lo abbiamo visto. A Figline, al Serristori, abbiamo un PIR che, forse, fa qualche decina di accessi al giorno. Non possiamo pensare di sventolare in modo trionfalistico questi dati secondo me: un pronto soccorso con emergenza e urgenza era una cosa diversa, anche per il tipo di cure. Il paradosso è che oggi si è ridimensionato il terzo settore, anche questo in difficoltà in tante zone, però le ambulanze ci servono perché dal Valdarno senza ambulanze non andiamo né al Niccheri né alla Gruccia. Infine, è mancata totalmente l’interrelazione nella parte valdarnese tra Firenze e Arezzo, anche questo un altro paradosso del settore sanitario che va risolto”.

Infine, la messa in sicurezza del territorio: “In Valdarno riguarda soprattutto le casse di espansione tra l’altro in enorme ritardo, visto che sono frutto di accordi che risalgono addirittura al 2010. Come Presidente della Commissione Alluvione ho affrontato il tema della sicurezza idrogeologica in modo approfondito e secondo me anche proficuo: certo è che poi c’è una parte politica e amministrativa che deve mettere a terra le opere, con una lista di priorità vere e soprattutto utilizzando gli strumenti che consente oggi la normativa, e che pare la Regione Toscana non voglia capire di poter utilizzare. Il Presidente di Regione, come Commissario per il rischio idrogeologico, avrebbe la possibilità di accelerare bypassando fasi burocratiche che nel nostro paese purtroppo rallentano tante volte: ma questo non è avvenuto. Inoltre non si può considerare la grande opera come la soluzione unica per la messa in sicurezza del territorio, quando in realtà è emerso molto chiaro che in tanti casi è mancata la manutenzione, o l’attenzione al reticolo secondario che è veramente critico. La partita grossa sull’Arno si gioca proprio in Valdarno, perché se vuoi salvare Firenze devi completare il nostro sistema di casse, che invece ancora sono ferme lì: Prulli deve vedere la luce, per non parlare di Leccio, dove hanno tirato su quel ponte che sarà ricordato come una delle opere più dispendiose della Toscana e allo stesso tempo inutile, visto che la zona verso Pian dell’Isola resta sotto il livello dell’Arno”.

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore
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