26, Dicembre, 2024

Non ce l’ha fatta Sybilla, la gatta ferita e gettata in un cassonetto. Enpa: “Chiediamo giustizia”

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Non ce l’ha fatta Sybilla, la gatta alla quale qualcuno ha sparato giorno fa gettandola poi, ancora viva, in un cassonetto in località Potine, nel comune di Cavriglia. Sembrava che le sue condizioni, dopo l’intervento, stessero migliorando, era stata dimessa dalla clinica veterinaria e accolta da una volontaria nella sua abitazione.  Invece, ieri sera, ha avuto un crollo improvviso ed è morta.

Enpa Valdarno, i cui volontari sono stati i primi a soccorrere Sybilla e ad aiutarla, commenta così sulla propria pagina Facebook: “Non ci sono consolazioni in questa storia, neanche il fatto che alle 22 di ieri era accoccolata tra le braccia della volontaria e si mangiava un pasto prelibato per lei. Non è morta sola, né nell’indifferenza, ma non è una consolazione. Non esiste consolazione in un mondo dove ancora circolano armi e violenza, dove ancora si crede che una specie animale sia passibile di violenza e sfruttamento rispetto ad un’altra, dove si continua ad uccidersi e sfruttare tra simili della stessa specie. Perché sì, animali siamo e questa realtà tautologica non vuole entrarci nella testa malata della nostra specie. Non siamo gli unti dal divino, gli eletti, i migliori, siamo animali tra animali e forse dovremo iniziare a comportarci come tali, perché come umani, facciamo veramente pena e il Pianeta per intero ce lo sta dicendo in tutti i modi”.

“Non c’è consolazione in una realtà dove ad un animale umano sembra una idea possibile quella di sparare ad un animale felino, animale libero in teoria anche fortunato poiché tutelato come libero dalle leggi umane stesse, solo perché la sua presenza gli reca fastidio e, inoltre, pensi che sia una buona idea anche quella di gettarlo vivo, urlante, come immondizia, in un bidone. Non può esserci consolazione, MA, forse, potrà esserci Giustizia. E noi, come sempre, la pretenderemo”.

La gatta era domestica, sterilizzata e ben tenuta, ma nessuno l’ha cercata fino questo momento. Esiste una legge che dovrebbe tutelare gli animali e che prevederebbe anche il carcere per chi maltratta e uccide, ma il condizionale è d’obbligo. Sulla vicenda indagano gli agenti della polizia municipale di Cavriglia: l’auspicio di tutti è che venga fatta giustizia e che colui che si è macchiato di questo crimine almeno ne paghi le conseguenze.

Articoli correlati