Dura nota di dieci iscritti al Pd, che sul nome del sindaco uscente sottolineano: “La sua candidatura doveva essere passaggio per ricompattare il centrosinistra: ma se fosse d’ostacolo, Grasso dovrebbe compiere un gesto di responsabilità e farsi da parte”. E chiedono primarie fin da subito, di partito o di coalizione
"La disponibilità del Pd a riproporre la candidatura di Grasso era finalizzata alla ricomposizione del centrosinistra: se si rivelasse oggettivamente un ostacolo, dovrà essere il sindaco stesso a compiere un gesto di responsabilità anteponendo l’interesse politico generale alle pur legittime ambizioni personali".
È su questo punto che si segna il solco all'interno del Partito democratico di Montevarchi. Perché se il sindaco uscente tira dritto sulla sua strada, e ribadisce, come ha fatto in chiusura del 2015, di essere il candidato ufficiale del Pd, dall'altra parte i mal di pancia sono ormai troppi, per poter essere sopportati. E così i cosiddetti "renziani", gli iscritti meno convinti di questa candidatura "senza se e senza ma", vengono allo scoperto con una nota piuttosto dura.
La firmano in dieci: Alessandro Bencini, Stefano Brogi, Alessandro Donati, Francesca Neri, Maddalena Neri, Valter Neri, Sauro Paoletti, Giovanni Rossi, Francesco Tassi e Simone Tartaro. Già in passato alcuni di loro avevano sollevato perplessità e richiamato il Pd ad un percorso che puntasse, prima di tutto, a ricompattare il centrosinistra. Ora la posizione è netta.
"Già diversi mesi fa – ricordano – l’assemblea comunale del Pd aveva individuato unanimemente come prioritario l’obiettivo di una ricomposizione politica del centrosinistra, che a Montevarchi ha conosciuto negli ultimi anni una divisione innaturale. L’assemblea aveva sollecitato anche l’avvio di una campagna di ascolto dei cittadini per la costruzione del programma e per la selezione delle candidature. Registriamo con disappunto che nessuna di queste indicazioni è stata perseguita con convinzione".
"Riteniamo perciò – ed è il primo attacco, rivolto proprio allo stesso Partito democratico – che il Pd di Montevarchi debba immediatamente scuotersi dall’inerzia che da troppo tempo lo condiziona: deve darsi un programma sintetico e preciso e deve definire urgentemente le modalità per la selezione delle candidature. L’iniziativa politica del PD non può essere delegata alle dichiarazioni di chi si sente personalmente in causa e legittimamente persegue i propri specifici obiettivi".
E il riferimento è proprio all'annuncio pubblico dello stesso Grasso, un paio di settimane fa. "L’assenza di un riferimento programmatico chiaro per i prossimi cinque anni, del resto, espone tutta la discussione a derive personalistiche di cui già in passato abbiamo misurato le conseguenze negative. Oggi vi sono le condizioni per ricomporre il centrosinistra, purché il Pd dichiari senza equivoci quello che è peraltro scritto nel suo statuto: che le primarie di coalizione sono la via maestra per la scelta del candidato sindaco. Noi torniamo a ribadire questo obiettivo, che lo stesso sindaco uscente ha affermato a suo tempo di condividere".
E dopo la stoccata sulla candidatura di Grasso, sulla quale appunto lo invitano a ripensarci se dovesse essere ostacolo alla riunione del centrosinistra, i renziani aggiungono: "Noi riteniamo che si debba tenacemente perseguire l’opzione strategica di una nuova fase del centrosinistra che si caratterizzi per una forte innovazione, pena il consegnare la città ad avversari politici oggi fin troppo baldanzosi (e la cui esultanza degli ultimi giorni dovrebbe indurre a una seria riflessione)".
E poi la richiesta ufficiale: si dia il via all'iter per le primarie, se necessario anche solo all'interno del Pd. "In via precauzionale chiediamo che vengano tuttavia avviate immediatamente le procedure previste dallo statuto del Pd per le primarie di partito, che secondo le indicazioni nazionali dovrebbero tenersi il 6 marzo prossimo. Ciò non toglie che l’opzione per le primarie di coalizione sia e resti prioritaria e che il Pd debba mantenere la disponibilità a svolgerle fino all’ultimo secondo utile. Si dovrà trattare di primarie il più possibile aperte e partecipate, sulla base di uno schema programmatico stringato e condiviso che individui gli obiettivi della nuova fase politica. Una fase nuova che è certamente necessario inaugurare valorizzando quanto di buono si è compiuto in passato ma anche promuovendo i necessari elementi di incisiva discontinuità".