Il sindaco ha spiegato tutte le misure prese in atto finora per contrastare il dramma della casa di riposo di Bucine. Ad oggi sono 10 i morti a causa del Coronavirus
Dopo gli ultimi casi di positività nel giorno di Pasquetta, il sindaco Nicola Benini ha fatto il punto della situazione epidemiologica all'interno della RSA di Bucine. Un momento difficile per la casa di riposo che finora ha registrato un totale di 10 decessi su 28 degenti e 18 operatori positivi.
Il primo cittadino ha raccontato di come è emerso il primo caso, della risposta immediata del Comune e del monitoraggio continuo assieme all'unità d'intervento della Asl Sud Est. Il 10 aprile, inoltre, è stato effettuato un sopralluogo da un coordinatore logistico di Emergency.
"Come tutti sanno l’RSA di Bucine è una struttura ripartita su tre piani con complessivi 83 degenti – spiega Benini – il 19 marzo a causa dell'emergere di sintomatologie febbrili in un degente è stato effettuato il primo tampone: il risultato ci è stato dato il 21 marzo di mattina, si trattava del piano 0 dove è situato il nucleo cognitivo-comportamentale. Dopodiché sono stati fatti tamponi a tutti i degenti e a tutti gli operatori del piano 0, nel frattempo però avevamo già preso accordi con il gestore, perché vi ricordo che il Comune è proprietario della struttura, ma non il gestore, che è una cooperativa, perciò come da accordi era stato deciso di compartimentare quel piano, evitando di far andare il personale in altri reparti e di separare il più possibile le varie ed eventuali situazioni."
"Furono fatti 40 tamponi il 21 di marzo e da lì è venuto fuori che tutto il piano 0 era positivo – racconta Benini – i 23 degenti erano già tutti positivi. Da lì in poi è partita subito una mia richiesta nei confronti della Asl, perché la cooperativa aveva una quindicina di operatori positivi o che comunque erano stati a contatto con dei positivi, quindi non potevano prestare servizio ed era sorta una difficoltà a livello organico; perciò fu fatta un’ordinanza che demandava l’assistenza sanitaria del piano 0 della Asl. Quest'ultima è intervenuta e si è fatta carico della parte sanitaria del piano 0 con infermieri e oss; l’assistenza da quel giorno l’ha fatta la Asl e quindi la cooperativa di 'Giovani Valdarno' si è potuta concentrare sugli altri due piani con il proprio personale."
"Successivamente ho chiesto subito una prima effettuazione di tutti i tamponi agli altri due piani – prosegue Benini – quindi è stato fatto uno screening generale e complessivo di tutta la struttura, da lì fortunatamente è venuto fuori che degli operatori degli altri due piani, nessuno era positivo e che solo due degenti del secondo piano erano positivi su un totale di 60; da lì in poi è stato preso tutto il piano 0 come incarico della Asl."
"Negli altri due reparti fin dai primi tamponi del 21 marzo è stato dato a tutti l’equipaggiamento Covid, come DPI – continua Benini – quindi tutti gli operatori, dalla scoperta del focolaio in poi, hanno operato in totale sicurezza con tutti i dispositivi necessari, come se tutta la casa di riposo fosse Covid-19, ed è stata predisposta l’organizzazione per quanto riguarda gli spogliatoi, il personale dei vari reparti, l’approvigionamento dei pasti, i percorsi dello sporco e del pulito, dei rifiuti speciali… Insomma, è stato fatto tutto un piano logistico per tutti gli altri reparti."
"Venerdì mattina, 10 aprile, abbiamo avuto il sopralluogo del coordinatore logistico di Emergency – dice Benini – proprio nel momento in cui fu scoperto il focolaio mi rivolsi a Emergency per avere un aiuto, dato che stavano già operando in Lombardia contro il Covid-19, così loro in modo disinteressato e tempestivo hanno mandato un loro coordinatore per fare un sopralluogo in struttura. Gli abbiamo illustrato come ci siamo mossi, qual era la situazione, come avevamo organizzato la struttura e così via. Lui ci ha dato consigli utilissimi, è stato molto disponibile e utile e ha riconosciuto l’elevato standard di assistenza sia a livello di compartimentazione sia per i dispositivi di protezione, questo ci ha fatto estremo piacere perché significa che ci siamo mossi bene con degenti e operatori."
"Negli ultimi giorni abbiamo avuto l’esito dei tamponi sierologici che abbiamo fatto ripetere per la seconda volta, data la presenza di due positivi al secondo piano – continua Benini – dovevamo verificare a qualche giorno di distanza se c’erano dei casi che erano ancora asintomatici, ed avevamo già messo in isolamento alcuni soggetti con fenomeni febbrili a cui è stato ripetuto il tampone. Abbiamo riscontrato altri tre casi positivi, quindi sono stati anche loro trasferiti allo 0 ed è stata effettuata la sanificazione delle camere nel giorno di Pasquetta. Questa dovrebbe essere la seconda ondata dovuta ai contagi originali, avendo isolato e compartimentato tutto, la speranza è di essere arrivati al contenimento definitivo. Tra gli operatori, invece, c’è stata una donna di 35 anni, sempre operatrice del piano 0 che mentre era risultata negativa al primo tampone, stavolta si è rivelata positiva."
"I numeri totali della casa di riposo, residenti di tutto il comune del Valdarno e non solo del Comune di Bucine, sono 28 degenti e 18 operatori positivi. – afferma Benini – A questo punto sono stati tutti controllati due volte e si spera che il numero sia quello definitivo. Il dispiacere ovviamente è enorme, perché è stata la prima RSA del Valdarno ad aver avuto casi di contagio da Coronavirus; la soddisfazione è che per le richieste di Bucine poi messe in pratica con Asl e Regione è poi partito uno screening totale di tutte le RSA del Valdarno consentendo di limitare i danni delle altre strutture."
"L’autorità sanitaria e l’Ufficio Igiene indagheranno, però non c’è un’unica ipotesi – dice Benini – noi abbiamo chiuso l’accesso ai parenti dal 6 di marzo, ancora prima che lo dicesse l’autorità sanitaria, ma questo non esclude che possa essere stato un parente, i primi sintomi si sono manifestati dopo una decina di giorni, oppure un rientro da un ospedale di un degente, quella più probabile, anche per una questione di numeri, è che inconsciamente, perché asintomatico è che sia stato un operatore. Però non serve a nulla cercare i colpevoli di questa epidemia: nessuno l’ha portato dentro per colpevolezza o volontariamente o in qualche modo per superficialità. In quel momento noi avevamo già preso le misure cautelative necessarie. Il gestore stesso aveva operato con cautela, ma purtroppo non è stato sufficiente. Abbiamo fatto un percorso rapido e tempestivo, l’unica cosa da migliorare su questo, e sono d’accordo con il sindaco Chiassai, è che la Asl o la Regione o chi per essa, si attrezzi meglio per quanto riguarda i tamponi sierologici. Lì la tempestività dei risultati è fondamentale."
"Il mio dispiacere più grande è per questi anziani che non hanno superato questa tragedia e per tutte le loro famiglie – conclude Benini – la certezza che diamo a tutti quelli che gravitano intorno alla casa di riposo è che l’amministrazione, assieme al gestore e alla Asl stanno facendo il massimo sforzo perché questa cosa venga contenuta nei minori danni possibili, purtroppo le difficoltà sono oggettive. Però sinceramente mi sento di poter dire che almeno si è cercato di fare il massimo, su questo abbiamo tutti la coscienza pulita. Di sicuro la nostra attenzione rimarrà massima anche nei prossimi giorni, perché vogliamo essere sicuri di aver contenuto definitivamente questo focolaio."