Dipendenti dello stabilimento figlinese in presidio davanti ai cancelli della Bekaert, per protestare contro il mancato rinnovo dei 23 contratti interinali e per la mancanza di chiarezza sul futuro. “Tagliare i dipendenti significa non rispettare gli impegni presi al tavolo ministeriale sui volumi di produzione. Siamo preoccupati”. Anche la sindaca Giulia Mugnai ha incontrato lavoratori e rappresentanti sindacali
Scadranno il 30 aprile i contratti dei 23 dipendenti interinali dello stabilimento Bekaert di Figline: e nessuno di questi sarà rinnovato. Una tegola per i lavoratori, un pessimo segnale per i sindacati. Per questo, stamani, è stato proclamato uno sciopero di due ore (otto ai forni), con i dipendenti in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento figlinese comprato ormai più di tre anni fa dalla multinazionale belga.
"Il mancato rinnovo degli interinali – hanno spiegato Iuri Campofiloni (Fiom Cgil), Fabio Franchi (Cisl) e Davide Materazzi (Uilm) – non solo è un problema per questi lavoratori, ma è un campanello d'allarme per il futuro dello stabilimento. Fare a meno di venti lavoraori significa perdere circa venti tonnellate di produzione: e questo significa non riuscire a produrre quei volumi, nell'arco del 2018, che la stessa azienda aveva fissato come obiettivi di produzione, così come ci avevano assicurato a fine marzo al tavolo al Mise".
"Il rischio è che si indebolisca e destrutturi questa azienda – hanno aggiunto i sindacati – e invece chiediamo attenzione nei confronti dello stabilimento e della vallata intera, perché questo è un presidio importante e storico. Le azioni che l'azienda sta mettendo in atto oggi sono contraddittorie: se da una parte i lavoratori non si sono mai tirati indietro, e qui sono state sviluppate nuove cordicelle più moderne e complesse in appena otto mesi, con tutti gli obiettivi raggiunti; dall'altra parte però l'azienda oggi taglia tutti gli interinali. C'è un grosso problema di chiarezza di relazioni industriali, ma soprattutto l'azienda non ci ha detto quali strategie ha intenzione di mettere in atto per il futuro".
Anche la sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai, ha incontrato i lavoratori e i sindacati al presidio: "È uuna fase molto delicata – ha detto – la richiesta anche da parte nostra è di conoscere in maniera più chiara quale sarà il futuro dello stabilimento: il segnale di fare a meno di 23 persone in produzione, mentre l'azienda chiede di continuare a produrre a ritmi elevati è un aspetto su cui vorremmo capire bene le prospettive dei prossimi anni".