Dalle 22.00 fino alle 5.00: un Valdarno aretino e fiorentino come non si è mai visto quello fotografato durante l’istituzione dei divieti
Un silenzio assordante e uno scintillante buio abbracciano in queste notti il Valdarno aretino e fiorentino. Una vallata che, insieme a tutta la Toscana e non solo, si è ritrovata zona rossa e quindi desolata, con i locali pubblici, di solito aperti fino a tardi, chiusi, con le strade deserte, senza persone in giro. Lorenzo Bacci, per Valdarnopost, ha percorso il territorio dalle 22.00 di sabato 14 novembre alle 5.00 di domenica 15 immortalando i momenti più significativi di questo percorso surreale.
Prima del coprifuoco l'unica persona incontrata è stato un signore che portava il cane a fare la passeggiata serale prima di andare a dormire. E poi, dalle finestre illuminate delle case, si intravedevano i valdarnesi in cerca di un po' di normalità, nel rispetto dell'imposizione di restare nei propri appartamenti per prevenire un contagio che sembra attaccare e coinvolgere ormai tantissime persone, giovani e meno giovani.
Le strade, come la SR69, prive della propria essenzialità, ovverosia le auto in circolazione, sembrano lande deserte e i locali pubblici, fino a poco tempo fa brulicanti di giovani e auto, contenitori vuoti. Ma nel Valdarno divenuto zona rossa c'è anche chi, invece, lavora: il fornaio che a notte fonda sta preparando il pane per la mattina, colui che deve sanificare tutti gli autobus per permettere un viaggio in sicurezza e, poi, i volontari, in questo caso della Croce azzurra di Reggello, che, in questo periodo di emergenza sanitaria, non hanno un attimo di pace e sono esposti a continui rischi per aiutare gli altri.
Il clima è surreale durante la notte del week end: stazioni ferroviarie chiuse, strade deserte, piazze desolate senza la presenza umana. Come sempre in Valdarno l'unico aspetto che rimane inalterato, anche con il Covid-19, è la nebbia che copre e nasconde tutto e che fa sembrare un po' normale questa situazione che normale non è.