19, Aprile, 2024

Vecchie e nuove fragilit: i disagi dei giovani dopo un anno di isolamenti

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Isolamento, autolesionismo, fuga dalle sofferenze: queste le tendenze in progressione tra i giovani nell’anno della pandemia. Un’analisi seguita dall’Associazione Valdarnese di Solidariet

Attreverso l'incontro con Giovanni Bigi e Claudio Venturini, Presidente e Vice Presidente dell'Associazione Valdarnese di Solidarietà, emergono i cambiamenti, gli sviluppi e gli andamenti delle diverse problematiche giovanili, da loro riscontrate nella durata della crisi pandemica. Fragilità e diasagi del mondo adolescenziale e post adolescenziale sono in continua evoluzione e l'emergenza sanitaria ha avuto grande impatto anche dal punto di vista relazionale.

L'Associazione Valdarnese di solidarietà di San Giovanni nasce nel 1982, da un gruppo di volontari, con l'esigenza di trattare la tossicodipendenza, ma si allarga nel corso degli anni anche a problematiche come alcolismo, gioco d'azzardo ma soprattutto a tutte quelle paure e quei disagi che hanno a che fare col mondo dell'adolescenza. Affrontano queste tematiche ed altre ancora settimanalmente con tre gruppi di persone: il lunedi con genitori di ragazzi tossicodipendenti o con problemi gravi (quali, per esempio, disturbi di personalità); il mercoledì con i "Cavalieri di San Valentino" ragazzi perlopiù minorenni e qualche maggiorenne con diverse problematiche relazionali in famiglia e con altri ragazzi, mancanza di autostima e atteggiamenti di "evitamento", forme di bullismo esasperato, fallimenti scolastici; il venerdì gruppo "Genitori Oggi", prevalentemente si tratta dei genitori dei Cavalieri, ma non solo: qui si apre un confronto sia su tutta una serie di problematiche e sulla risoluzione nel ruolo genitoriale. 

Con il lockdown e le chiusure, questi incontri si sono spostati tutti online. Ma quanto sono efficaci gli incontri online? Riuscite a mantenere le attività settimanali? Risponde Giovanni Bigi: "Tutto si svolge tramite piattaforme online, e gli appuntamenti settimanali sono stati continuativi; inoltre ci sono i colloqui personali, formula che nell'ultimo anno si è particolarmente infittita. I gruppi in presenza sono tutta un'altra cosa; sono diversi – la comunicazione non verbale è l'80%: le emozioni, l'umore di una persona, i vari stati d'animo, le esigenze, le sofferenze,  sono più percepite". Inoltre Claudio Venturini aggiunge: "Il problema degli incontri online è che non si crea mai una situazione di totale comfort, l'impressione è che non venga abbassato totalmente lo scudo, non c'è quella libertà d'espressione che si veniva a creare in presenza".

Quali sono stati i cambiamenti più evidenti, in questo anni di pandemia, a riguardo delle fragilità e dei disagi giovanili? Giovanni spiega: "l’isolamento dei ragazzi sicuramente ha determinato un cambiamento importate perché non permette lo scambio relazionale con gli altri ragazzi e quindi viene a mancare quel reciproco autoaiuto che normalmente alimenta l’autostima di questi ultimi: l’amicizia, lo stare insieme. Questo tipo di isolamento ha procurato lo stare soli nelle forme di riflessione che a volte sono state utili e a volte hanno determinato delle insicurezze e una sorta di malinconia e mancanza di autostima. Allora è nata questa incertezza, insicurezza che sta dilagando". 

Quali sono i modi in cui i ragazzi cercano di evadere questo tipo di sofferenza? Continua Giovanni:" C’è una tipologia di ragazzi, con probabilità i più fragili; che in qualche modo non hanno sopportato questa solitudine e si ritrovano, indipendentemente dai divieti, in luoghi sconosciuti e inconsueti. Si ritrovano spesso perché non sanno stare e non sopportano lo stare da soli. Quando c’è questo tipo di aggregazione: si beve molto birre e superalcolici. Soprattutto alcolici dall’est. Questo è emblema di una voglia di trasgredire. Questi espedienti creano situazioni in cui le proprie emozioni vengono affogate, i dolori sembrano alleggeriti, si vengono a creare stati di sindrome amotivazionale."

Ci sono altri modi di evasione che emergono in questo momento? Ancora Giovanni: "In questo clima di leggerezza anche la sessualità prende il sopravvento. Si parla di una sessualità molto facile, anche promiscua, che niente ha a che fare con la sfera affettiva. Chiaramente questo tipo di ragazzi un po’ più fragili, non si trovano molto d’accordo con lo studio e con  l'impegno scolastico; ne derivano i fallimenti scolastici, un po’ mitigati dalla scuola a distanza. Chi vive questo stile di vita, al sopraggiungere dei fallimenti;, sente la necessità di aggiungere 'lo sballo' ".

Quindi questi tipi di evasione avvengono in maniera nascosta? Che ruolo hanno i social in queste problematiche? " Quando un ragazzo inizia a perdere autostima, per qualsiasi ragione: sia per la solitudine, sia per i fallimenti scolastici, sia per la disgregazione della propria persona; inizia a mettere in atto comportamenti di ritiro sociale. Ritiro sociale prevalentemente compensato da una tastiera e uno schermo. Questo vuol dire che questo tipo di ragazzi si perdono tantissimo nei giochi sul pc e sui social. Nei social uno si può presentare come meglio crede. Si simula un’iterazione. Coi social si può bluffare e a forza di insistere su questa linea, quando uno si ritrova a cercare di essere se stesso poi non si riconosce più e non riesce a raccontarsi per quello che è davvero. "

L'ultima volta che ci siamo incontrati, è stato messo in rilievo l'aumento di autolesionismo tra gli adolescenti, possiamo ancora considerarlo un dato in crescita? "L'autolesionismo continua a diffondersi e quello che fa più paura è che va ad interessare anche bambini e ragazzi dalle elementari. Si arriva a questo una persona non si sopporta dal punto di vista psicologico e il dolore psicologico è talmente grande che va sopraffatto dal dolore fisico; ci sono ragazzi che si sono tagliati, iniziano a tagliarsi di nascosto dai genitori, poi palesemente. Quando il dolore prsicologico, la depressione, la sofferenza va oltre certi limiti, l’autolesione diventa un modo per scappare perché si interrompe questa sensazione e si va verso altre sensazioni. È una risposta ai fallimenti. Molte volte si associa al “fare un dispetto a qualcun altro” – no, uno lo fa perché non sopporta più il dolore psicologico e quindi diventa una forma per scappare da questa cosa."

 

Claudio Venturini si rapporta in maniera più particolare ai genitori. Il gruppo di confronto che lo vede partecipe, nasce dall'esigenza di continuità di scambio di opinioni, di confronto dei racconti familiari; la necessità di aiutarsi nel ruolo genitoriale. Claudio: " Un genitore che riesce a farsi qualche domanda in più, che sente il bisogno di confrontarsi per capire meglio le problematiche, viene in associazione e trova il tipo di ambiente appena descritto. I genitori non possono vivere serenamente queste situazioni di estremo isolamento; fanno quello che è possibile per fare del bene. In questo ultimo anno gli argomenti sono aumentati. Le vecchie ricette non ci sono più, non sono funzionali non possono funzionare, ci sono molti dubbi. Questo perchè la situazione è nuova e crea frustrazione da parte dei genitori; non si riesce a dare risposte d’esperienza.

Avete percepito un aumento di violenze domestiche? Claudio spiega: " No, assolutamente non un aumento rilevante. Si parla più di violenze psicologiche che si ripecuotono. Non sono cose che risaltano di più. Certo è, che l'isolamento amplifica certe tendenze; ma non abbiamo riscontrato casi particolari o irreparabili".

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