Francesco Ristori accolto da numerosi cittadini e amici ieri sera alla Sala Filanda della Ginestra di Montevarchi in occasione del suo temporaneo rientro a casa. Foto e video hanno accompagnato il suo racconto di viaggio e della sua vita a Tokyo
“La mia vita in Giappone è come un altro viaggio, un’esperienza bella e stimolante per il lavoro trovato e per la cultura diversa con cui mi approccio ogni giorno”. Una Sala Filanda della Ginestra gremita di persone ha accolto Francesco Ristori per il suo ritorno temporaneo a Montevarchi: due settimane in Italia prima di tornare a Tokyo, dove adesso vive e lavora e soprattutto dove “sarà la mia vita, lontana da casa, per i prossimi due o tre anni”.
Ieri sera aveva dato appuntamento ad amici, conoscenti e curiosi per il suo racconto di viaggio con la proiezione di foto e video che hanno riassunto i 21.000 chilometri percorsi e le 12 nazioni attraversate per realizzare il suo sogno, arrivare in Giappone: “Le sensazioni che ti dà la moto sono uniche. Prima le letture di Terzani, poi alcune conoscenze personali hanno contribuito a far crescere la mia curiosità verso l’Oriente negli ultimi anni e ad arrivare a programmare questo viaggio.”
Prima dell’incontro, l’assessore Giovanni Rossi ha consegnato a Francesco una medaglia con il simbolo della città di Montevarchi e dedicata a Francesco Mochi, come riconoscimento della sua avventura realizzata e come augurio per le prossime future. Mentre il Club Ténéré Italia lo ha premiato come “Ténérista dell’anno” per la sua impresa che lo ha portato a confrontarsi con culture diverse. La serata è continuata con Francesco che ha parlato delle persone incontrate, delle difficoltà tecniche ed emotive riscontrate nelle prime settimane e del sostegno e incoraggiamento ricevuti attraverso i social.
“Nei viaggi da solo interagisci di più con il prossimo ed è stato così anche per me, un’esperienza unica. Le mie paure più grandi? La paura di allontanarmi da casa, di perdere le amicizie: quindi più affettive, non tanto tecniche, perché sapevo che era un viaggio a senso unico. Poi dalle situazioni più critiche sono nate anche belle amicizie” ha raccontato. “Un po’ sento la mancanza delle sensazioni che si hanno in moto, perché in Giappone non posso utilizzarla e soprattutto tra qualche settimana la imbarcherò per farla tornare in Italia”.
Un’ultima riflessione su questo rientro, anche se per solo due settimane: “Sono tornato qui in pratica da turista ed è un effetto un po’ strano”. Ancora pochi giorni in Valdarno con la famiglia e poi tra una settimana Francesco sarà di nuovo in Giappone.