19, Aprile, 2024

“Tempio crematorio”, M5S presenta un’interrogazione in consiglio

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L’opera ha avuto il via libera dalla Giunta comunale con una delibera dell’11 maggio scorso

Il Comune di San Giovanni con una delibera di giunta dell'11 maggio ha dato il via all’affidamento in concessione della progettazione definitiva ed esclusiva, della costruzione e della gestione di un “Tempio Crematorio”, attiguo al cimitero, con la spesa di oltre 3 milioni di euro a carico del gestore. Il capogruppo conisliare del Movimento 5 Stelle, Tommaso Pierazzi, ha presentato un'interrogazione in consiglio.

"Ad oggi in Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l’installazione degli impianti di cremazione e le loro conseguenti emissioni, mentre la Regione Toscana risulta aver ottemperato solo in parte alle disposizioni della legge 130/2004 con l.r. 29/2004 (Legge regionale 31 maggio 2004, n. 29 Affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti.). Infatti ad oggi manca un piano regionale toscano di coordinamento che specifichi linee guida che garantiscano una pianificazione organica e sostenibile dal punto dei vista ambientale. Facendo un breve censimento degli impianti di cremazione presenti in Toscana ne abbiamo trovati 12: 1 ad Arezzo, 1 a Bagno a Ripoli, 1 a Carrara, 2 a Firenze, 3 a Livorno, 1 a Massa (in uso solo per i residenti), 1 a Pisa, 1 a Pistoia, 1 a Siena (in uso due soli giorni alla settimana)".

"Tanto per fare un esempio, in Veneto, dove ci sono poco meno di 5 milioni di abitanti, ci sono solo 7 tempi crematori, mentre in Toscana con 3,7 milioni di abitanti ci sono già 12 di impianti Noi come Movimento 5 Stelle non abbiamo pregiudiziali di contrarietà, ma ci teniamo a sottolineare le preoccupazioni sul lato ambientale. Dai forni si sprigionano: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono anche aggiungersi: emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco, diossine-furani e Ipa (idrocarburi aromatici policiclici). Non a caso da alcuni controlli effettuati da Arpat alcuni forni crematori hanno evidenziato emissioni di diossina in atmosfera non conformi alle autorizzazioni dettate dalla difficolta nel mantenere una temperatura elevata >800-850 C°".

 Per questi motivi Pierazzi chiede al sindaco ed alla giunta: "se esiste uno studio di fattibilità dove si evinca il motivato e la necessità di dotare il Comune di un forno crematorio, quali siano i dati previsti per la conduzione dell’impianto (ore di funzionamento giornaliere, numero di cremazioni giornaliere), quale siano le condizioni attuali di qualità dell’aria e di diossine e mercurio in campioni di terreno e vegetali nell’area individuata prima della entrata in esercizio del forno crematorio. Questa indagine ha lo scopo di verificare, con successivi controlli periodici, eventuali deposizioni significative di inquinanti e, in tal caso, so- spendere sia l’attività crematoria che, a scopo precauzionale fino ad analisi del prodotto, il consumo della eventuale presenza di vegetali coltivati; se sia stata redatta una valutazione di impatto ambientale con idonee misure di mitigamento dell’impatto, se sia stati effettuata un’analisi dei venti con evidenziazione di aree successivamente a rischio di inquinamento, se siano previsti dei monitoraggi in continuo dei principali inquinanti emessi e se Arpat si sia mossa in tal senso".

Tommaso Pierazzi conclude: "Noi pensiamo che opere così importanti dovrebbero essere proposti alla cittadinanza  prima di deliberare in merito ma soprattutto accompagnate da un confronto trasparente con gli abitanti che vivono lì vicino".

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