Diminuiscono i cittadini stranieri in Valdarno. Numero sempre minore di nascite tra la popolazione residente. I numeri
380 stranieri in meno rispetto a gennaio 2015. Più che un'invasione, questa è una vera e propria fuga dal Valdarno. Altro che crisi di radici culturali: i dati Istat di gennaio 2016, mettono in luce un territorio poco attraente non solo per i giovani ma anche per chi viene da altre nazioni. Una situazione comune a tutta Italia. Se una crisi economico e sociale esiste, ed è appurata, questo è dovuta prima di tutto ad un invecchiamento progressivo del nostro territorio.
In dodici mesi mancano all'appello quasi 400 persone straniere, rispetto a gennaio 2015. Non solo dell'Africa ma soprattutto dell'est Europa, di quelle nazioni come Albania e Romania che dalla fine degli anni '80 hanno trasformato l'Italia da terra storicamente di emigrazione a punto di approdo per i nuovi immigrati dell'ex blocco sovietico. Il saldo migratorio, la differenza tra chi arriva e chi dal Valdarno parte verso l'estero, è quasi azzerato e non certo per l'aumento degli expat nostrani.
Un andamento che è iniziato quasi due anni fa e che si è accentuato nel 2015, in attesa dei dati dell'anno corrente. Meno stranieri un po' ovunque, ma soprattutto nei grandi centri urbani: Figline, Montevarchi, San Giovanni e Terranuova.
La flessione più vistosa riguarda i residenti UE, ed in particolare dell'Europa dell'est: 359 persone in meno che hanno scelto di trasferirsi altrove, in gran parte in altre zone d'Italia. Ma anche i numeri di chi proviene dall'Africa sono in calo. La comunità marocchina è ancora di gran lunga la più numerosa, ma rispetto agli anni passati i numeri, dopo essersi stabilizzati, hanno cominciato a diminuire: così tra gennaio 2015 e gennaio 2016 si registrano più di 50 persone in meno. Bilancio negativo anche per chi proviene dal continente americano: -27.
In netta controtendenza invece, come avevamo sottolineato nei mesi scorsi, la situazione dei cittadini asiatici, in particolare della Repubblica Popolare Cinese che riducono il passivo con un aumento di quasi un centinaio di persone e con nuove attività economiche e commerciali aperte anche negli ultimi mesi in tutto il territorio valdarnese. Sotto questo punto di vista la Cgil un anno fa lanciò l'allarme per la filiera produttiva della pelletteria, ma è anche nella ristorazione che stanno prendendo campo.
E intanto mentre la popolazione complessiva residente è in flessione, la forbice del saldo naturale (la differenza tra i morti e i nati) aumenta, così come diminuisce il tasso di natalità, ai minimi dal 2002, anche se, sotto questo punto di vista, negli anni si è registrata una certa variabilità. Per farla breve: se a inizio 2015 i residenti in Valdarno erano 146.724, al 31 dicembre 2015 erano 146.272. 452 persone in meno.
Numeri demografici che sicuramente devono mettere in guardia per le prospettive future del nostro territorio.