Serena Stefani, presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e vice presidente di ANBI Toscana con delega all’irrigazione, ha sottolineato la necessità e l’urgenza di un cambio di passo su gestione e distribuzione dell’acqua, in una regione la cui agricoltura non può più prescindere dalla disponibilità della risorsa. Lo ha fatto intervenendo al convegno dedicato alla gestione sostenibile della risorsa idrica, organizzato da ANCI Toscana a Figline-Incisa Valdarno e coordinato da Lorenzo Venturi, del settore ambiente del comune di Figline-Incisa Valdarno, nella cornice di Autumnia, storica manifestazione incentrata sul territorio e sulle sue risorse.
“Dopo un’estate particolarmente siccitosa, è d’obbligo interrogarsi sui risvolti prodotti dai cambiamenti climatici e sulla necessità di gestire in modo sempre più oculato l’acqua, una risorsa che, purtroppo, continua ad essere sempre più preziosa. Anche in Toscana occorre una strategia condivisa con i territori per accumulare l’acqua quando piove , peraltro riducendo il rischio idraulico, per poi distribuirla alle imprese agricole nei periodi siccitosi”.
“Le temperature più alte e la mancanza di piogge per periodi sempre più lunghi mettono in seria difficoltà le produzioni agricole – ha continuato Serena Stefani – Tutte. Anche quelle, come la vite e l’olivo, che in passato non avevano necessità di soccorso irriguo. Il nostro comprensorio ha la fortuna di poter contare sulla presenza della Diga di Montedoglio, il maggiore invaso dell’Italia centrale. Ciononostante molte aree della stessa Valdichiana, dove il Consorzio gestisce 4 distretti irrigui, risultano ancora scoperte e prive di sistemi di distribuzione collettiva dell’acqua ad uso irriguo. Occorre progettare e realizzare nuovi distretti irrigui, specialmente nelle aree più vocate ed a più alto potenziale agricolo ed agroalimentare, ma non basta: occorre che la fornitura dell’acqua ad uso irriguo sia sostenibile e garantita nel tempo. Sostenibile sotto il profilo economico per le imprese agricole che devono poter competere sul mercato; sostenibile sul piano quantitativo, quindi con livelli di accumulo capaci di soddisfare i bisogni; sostenibile sotto l’aspetto ambientale, in modo da ridurre gli attingimenti dalla falda e dai corsi d’acqua superficiali e da poter contare sulle più moderne tecniche di risparmio idrico – ha commentato Stefani, precisando – su questo, il Consorzio può dare un grande contributo”.
La riflessione si è quindi spostata sul Valdarno. Con l’intervento di Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco-Piandisco e Presidente dell’Unione dei Comuni del Pratomagno, che ha evidenziato la necessità di una decisa politica della montagna per migliorare anche la sicurezza idraulica e idrologica del fondovalle e l’importanza dei contratti di fiume come strumenti per la definizione di politiche condivise di gestione della risorsa. E con l’intervento del vice sindaco di Cavriglia Filippo Boni, che ha dimostrato come le criticità possono trasformarsi in opportunità: è accaduto nel suo territorio, dove le escavazioni di lignite hanno portato alla formazione di grandi bacini di raccolta della risorsa, da utilizzare per l’irrigazione del futuro grande parco dello sport e non solo.