Sabato i lavoratori dei supermercati incrociano le braccia. Cgil, Cisl e Uil hanno indetto a livello nazionale due giorni di sciopero il 7 novembre ed il 19 dicembre: “Proposte inaccettabili che, nei fatti, impediscono il rinnovo del contratto”. Parlano di arretramento sul piano dei diritti: “Grave che questo avvenga nelle Coop”. E invitano a non fare la spesa sabato prossimo.
Sabato i lavoratori dei supermercati incroceranno le braccia. Cgil, Cisl e Uil hanno indetto due giorni di sciopero – sabato 7 novembre e sabato 19 dicembre – per il mancato rinnovo del contratto nazionale e parlano di “arretramento sul piano dei diritti”, con un duro attacco alla mondo Coop.
“Sono oramai 22 mesi che i tre contratti nazionali della grande distribuzione, della distribuzione cooperativa e di Confesercenti sono scaduti – scrive Cinzia Bernardini segretaria generale Filcams Cgil Toscana sul sito della Cgil Toscana– Le trattative non hanno fatto avanzamenti significativi e Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL nazionali hanno proclamato, a fine settembre, due giornate di sciopero generale per il 7 novembre e il 19 dicembre in quei comparti. Le organizzazioni sindacali avevano chiesto a Federdistribuzione, Cooperazione e Confesercenti di riprendere i tavoli di confronto per andare alla sottoscrizione dei CCNL in tempi brevi, ma prima Federdistribuzione, poi la Cooperazione e per ultima Confesercenti, seppur con modalità diverse, hanno fatto proposte inaccettabili che, nei fatti, impediscono il rinnovo del contratto”.
I tre sindacati confederali parlano di un arretramento dei diritti: “Tutte e tre le associazioni – spiega Bernardini – chiedono un arretramento dei diritti normativi e una diminuzione del costo del lavoro: Federdistribuzione attraverso la cancellazione degli scatti di anzianità, la diminuzione dei permessi retribuiti, l’aumento della flessibilità dell’orario, norme di riduzione dei livelli retributivi e indisponibilità a riconoscere l’aumento salariale con le stesse modalità del CCNL Confcommercio ed altre richieste tese a destrutturare il Contratto. La Cooperazione attraverso il peggioramento delle condizioni normative ed economiche dei nuovi assunti, la diminuzione del costo dell’ora lavorata, la riduzione delle maggiorazioni per il lavoro straordinario, domenicale e festivo, supplementare e notturno, il peggioramento del trattamento economico della malattia, interventi peggiorativi per le cooperative minori, deroghe al CCNL per il Sud, ribadendo la pregiudiziale del recupero del differenziale di costo tra il contratto della cooperazione e quello del commercio privato. Confesercenti attraverso un ulteriore peggioramento complessivo delle tutele economiche e normative, con la richieste di deroghe al CCNL su base dimensionale”.
“Richieste, anche diverse – prosegue la Cgil – ma con l’obiettivo comune della diminuzione dei diritti e del costo del lavoro e per questo inaccettabili e poco giustificabili, anche perché è quasi paradossale che le aziende del piccolo commercio abbiano rinnovato il Contratto e riconosciuto l’aumento salariale e le grandi aziende, private e multinazionali, e le grandi cooperative non lo vogliano fare. E’ poco credibile e sostenibile, per questo diciamo “basta scuse”.
E la segretaria lancia un affondo alle Coop: “Perché, se non è accettabile per le aziende private, lo è ancor meno per le Cooperative, anche per i loro valori fondanti, tra i quali la difesa dell’occupazione, del salario e dei diritti dei propri collaboratori. Valori che appartengono a quella distintività cooperativa che ha contribuito alla solidità economica delle cooperative stesse, e che ha permesso loro di rispondere alla crisi meglio delle aziende private e multinazionali”.
La Cgil invita così i propri iscritti a sostenere lo sciopero e a non fare la spesa questo sabato.
La discussione si è accesa anche all’interno dei supermercati. Coop Firenze sull’Informatore fornisce la sua posizione: “Le cooperative di consumatori, per continuare a salvaguardare il potere di acquisto dei soci e clienti e la distintività cooperativa nei rapporti di lavoro, a cominciare dall’occupazione, ritengono che occorra recuperare il differenziale dei costi esistenti tra il nostro contratto nazionale e quello dei nostri competitori”.
“La cooperazione – conclude la lettera pubblicata sull’Informatore – vuole il rinnovo del Ccnl e opererà in tal senso, ma a condizioni che consentano l’equilibrio competitivo necessario per continuare a svolgere la propria funzione sociale”.
La replica arriva da una dipendente di Figline, con una lettera che sta facendo il giro di facebook: “Se i nostri competitor abbassano diritti e tutele, la Coop dovrebbe ribadire che prima ancora dei guadagni c’è il rispetto per la dignità dei propri dipendenti”. Puntando poi il dito sul mancato “pagamento dei primi tre giorni di malattia”.