Si sono registrati anche in Valdarno, nelle ultime settimane, ritardi nella consegna della corrispondenza e incolonnamenti fuori dagli uffici postali con lunghe attese: è un problema che riguarda tutta la Toscana, come denuncia in una nota la Uilposte. “Il Covid ha colpito anche i lavoratori di Poste Italiane della Toscana, causando numerose assenze di personale: la situazione contagi adesso sta nettamente migliorando ma i problemi restano. La carenza di personale è ormai strutturale e sconta un’insufficiente turn-over tra pensionamenti e nuove assunzioni”.
Silvia Cirillo, Segretaria Generale UILposte Toscana, spiega: “Si ricorre, almeno nel settore del recapito e dello smistamento, a personale a tempo determinato con 253 portalettere in tutta la Toscana fino al 30 aprile, ma ciò aumenta solo il precariato. Il personale a termine deve essere formato e questo richiede tempo, in un lavoro che oggi è sottoposto ad importanti carichi di posta e pacchi da consegnare, su porzioni di territorio piuttosto vaste. Inoltre, l’applicazione del ‘Decreto Dignità’ fa sì che ogni 12 mesi si debba attuare un ricambio del personale a termine: ciò non giova ai lavoratori con contratto a tempo determinato che, una volta appreso il lavoro, vengono mandati a casa e non giova alla qualità del servizio per i cittadini”.
Discorso diverso agli sportelli. “Per il lavoro negli uffici postali il personale a tempo determinato non viene mai utilizzato e quindi manca qualunque meccanismo sostitutivo, se non quello di ricorrere a personale proveniente da altri Uffici Postali ma la coperta è corta, molto corta! In ogni caso, c’è bisogno di personale stabile e non di precari: sia per evitare un abbassamento delle tutele dei lavoratori, in quanto i precari sono molto più fragili in questo senso, sia per garantire un servizio adeguato ai cittadini, erogato da personale formato, che conosca bene il territorio e le sue esigenze”.
Entro marzo, spiega Uilposte, saranno assunti in Toscana 62 portalettere ex precari a tempo indeterminato, di cui 32 in provincia di Arezzo, attraverso una graduatoria prevista da accordo sindacale: “Ma questi numeri sono ancora nettamente insufficienti. Il personale andato in pensione non è stato adeguatamente sostituito, nemmeno nella misura del 40%. A questo quadro si aggiunge un’ inadeguatezza sui sistemi informatici per l’erogazione dei servizi, con strumentazione e programmi spesso da cambiare e ammodernare”.
Dal 1 febbraio, ad esempio, lo stesso controllo del green pass negli Uffici Postali non sta funzionando adeguatamente: “Il sistema automatizzato – continua Cirillo – spesso si blocca, portando ad un aumento consistente delle code e ad un aggravio sugli operatori, costretti ad intervenire manualmente sul controllo e a subire intemperanze della clientela, che sono ormai all’ordine del giorno. Le disposizioni, in questi casi, prevedono di contattare le Forze dell’Ordine che, però, nel contesto generale, accade spesso che tardino ad arrivare. Per questo, abbiamo chiesto all’azienda di potenziare il presidio di vigilanza privata davanti agli Uffici Postali ma, nella pratica, non abbiamo ancora riscontri adeguati sugli Uffici Postali della Toscana”.
“Ci teniamo a ricordare – conclude la Segretaria Generale UILposte Toscana – che i lavoratori di Poste Italiane erogano un servizio pubblico essenziale per i cittadini, tanto che il loro lavoro non ha mai conosciuto interruzioni nel periodo pandemico, neanche durante il primo lockdown, quando non esistevano né mascherine, né plexiglass né vaccini. Anche per questo motivo, i lavoratori postali meritano il rispetto e l’attenzione che un servizio essenziale per la comunità richiede e non di essere messi a rischio dalla corsa contro il tempo sulle strade o da offese alla loro dignità negli Uffici Postali”.