Francesco Carbini di “Cresce San Giovanni, Cresce il Valdarno” denuncia: “Rincari tra il 20 ed il 30 percento in bolletta per il servizio dei rifiuti. Progetto Sei doveva garantire economie di scala, invece il rischio di impresa si trasferisce sulle casse dei comuni e su quelle dei cittadini”. E attacca: “La nostra città subisce supinamente le decisioni altrui”.
Rifiuti, scoppia il caso degli aumenti in bolletta. A denunciare l’effetto stangata per il 2014 è la lista “Cresce San Giovanni cresce il Valdarno con i Riformisti”:“Il nuovo soggetto industriale che si è aggiudicato la gara per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti nelle provincie di Arezzo, Siena e Grosseto, presenta un conto salatissimo che porterebbe ad un aumento fra il 20-30% delle tariffe per il 2014”.
“Dopo circa un anno dall’aggiudicazione – sottolinea la lista civica sangiovannese – Progetto Sei rivede il piano industriale e il conto economico con il risultato di un aumento pesantissimo per la nostra collettività. Sorgono dubbi sulla struttura imprenditoriale e sulla sua governance. Possibile che i mancati incassi della Tares/Tari ricadano sui cittadini virtuosi che pagano? Perché prima non si dimostra di saper recuperare i soldi da chi non paga? Perché non si inizia a fare delle economie? Perché aumentano i costi per il porta a porta e non ci dicono quanto diminuisce il costo del conferito in discarica?
“Quando è stato deciso di partecipare alla gara – prosegue il capogruppo dei Riformisti, Francesco Carbini – conoscevano benissimo le condizioni socio-economiche del territorio e tutte le problematiche connesse al ciclo dei rifiuti. Infatti, la compagine societaria è costituita da sei Soci gestori (che detengono il 59% delle quote societarie Aisa, Casentino Servizi, Coseca, Csa, Csai, Sienambiente) e da cinque Soci industriali (41%:Cooplat, Crcm, Ecolat, Revet, Sta) tutti operanti nel territorio delle tre provincie da molto tempo.
Carbini ricorda che “la gara doveva risolvere il problema della gestione dei rifiuti attraverso l’introduzione di un soggetto industriale che garantisse attraverso economie di scala e programmazione territoriale integrata il miglioramento degli standard di servizio unitamente ad un contenimento dei costi. Risultato? si bussa a soldi dopo un anno. Il rischio di impresa si trasferisce sulle casse dei comuni e su quelle dei cittadini. Noi non siamo contrari ai principi che hanno portato al gestore unico delle tre provincie ma crediamo che il risultato finale sia totalmente insoddisfacente se questi sono i presupposti”.
“Vorremmo invece che – conclude Francesco Carbini – la nostra città iniziasse a governare questi processi invece di subirli supinamente: San Giovanni non ha saputo incidere sui processi decisionali che hanno portato ad una situazione di pesante impatto sulla città e nemmeno riesce a governare le evoluzioni del sistema integrato dei rifiuti limitandosi a fare qualche schiamazzo quando le decisioni sono già prese, oppure ad assumere toni solo elettoralistici senza mai portare a casa un risultato tangibile”.