L’operazione dei carabinieri della Stazione di Levane e della Compagnia di San Giovanni è partita a giugno e si è appena conclusa. Due dei centri benessere chiusi erano a Montevarchi, uno a Levanella. Il reato contestato è sfruttamento della prostituzione
"Fei Fei", davanti allo stadio comunale di Montevarchi, "Centro massaggi 718" in via Puccini sempre a Montevarchi e "Mani di fata" a Levanella: tre strutture spacciate per centri benessere in realtà dedite alla prostituzione. I carabinieri della compagnia di San Giovanni e della stazione di Levane, dopo cinque mesi di indagini da giugno a novembre, li hanno chiusi e messi sotto sequestrato. Due gli arresti e tre le denunce: in tutto quattro sono le donne. L'accusa è sfruttamento della prostituzione.
Le attività investigative dei carabinieri della compagnia di San Giovanni e della stazione di Levane sono iniziate nel mese di giugno partendo dalle lamentele dei cittadini e dai dati secondo i quali nell'intera provincia di Arezzo i cinesi regolari operanti sul territorio sono 1112, di questi un terzo risiedono in Valdarno aretino. Inoltre dei 10 centri benessere gestiti da cinesi sul territorio provinciale, tre erano a Montevarchi. La prima chiusura, dunque, riguardò il 'Fei Fei' davanti allo stadio comunale di Montevarchi. Arrestata, nella circostanza, la titolare, una 30enne cinese.
Stessa sorte poco dopo toccò al 'Centro massaggi 718' di via Puccini a Montevarchi e poi al 'Mani di fata' di Levanella. In questi due casi sono scattati il secondo arresto sempre alla titolare, che poi è stata sottoposta al divieto di dimora, e le tre denunce in stato di libertà ad altre due donne e a un uomo.
Nell'operazione sono stati sequestrati i tre immobili per un valore di 500.000 euro, telefoni cellulari, registri contabili, scontrini fiscali e 2.000 euro in contanti. Sono stati anche identificati decine di clienti, tutti italiani, che si recavano nei tre centri benessere.
Per scoprire tutta l'organizzazione i carabinieri si sono finiti clienti e hanno potuto constatare quello che era il modus operandi del gruppo. All'ingresso delle strutture vi era una donna che accoglieva gli uomini e spiegava le prestazioni efferte: dai massaggi veri e propri ai rapporti sessuali. Il costo oscillava dai 20 ai 30 euro. Ogni centro, hanno accertato i carabinieri, ricavava dall'attività circa 15.000 euro al mese.
Il colonnello Luigi Arnaldo Cieri, comandante provinciale dei carabinieri di Arezzo, e il capitano Angela Pepe, comandante della compagnia di San Giovanni, nella conferenza stampa tenutasi nella mattina, hanno spiegato i dettagli dell'operazione denominata 'Profumo d'oriente' e alcune singolarità dell'organizzazione dei centri benessere. A partire dalla gestione e dal potere tutto al femminile: cosa nuova questa per la struttura criminale cinese.
Il problema, infine, evidenziato dal vicesindaco di Montevarchi Elisa Bertini, presente alla conferenza stampa, riguarda l'assenza di normativa per questi centri: la struttura dedita al massaggio benessere e non a quello terapeutico, infatti, è ritenuta un'attività libera e quindi non soggetta ad autorizzazioni e normativa specifica. Per questo il comune non può intervenire in alcun modo.
"Ringrazio l'arma dei carabinieri – ha affermato Elisa Bertini – perchè queste operazioni sono l'unica maniera per debellare questo tipo di prostituzione. Sono un importante lotta contro questi fenomeni e un deterrente per altre simili situazioni. Mi auguro che le istituzioni competenti riescano a normare il settore".
(Le interviste)