19, Marzo, 2024

Prima, seconda, terza ondata: come è cambiato il lavoro delle USCA in un anno di pandemia

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Antonio D’Urso, Direttore generale della USL Toscana Sud Est, commenta l’attività portata avanti dalle Usca: “Un lavoro enorme che garantisce non solo la salute dei pazienti ma anche il normale funzionamento dei presidi ospedalieri”

Visite a domicilio, decine di chilometri ogni giorno per raggiungere tutti i pazienti a casa, una presenza importante anche per attenuare la preoccupazione di chi è stato contagiato dal virus. I team USCA della Asl Toscana Sud Est in dodici mesi sono diventati un elemento centrale nella battaglia alla pandemia.

Nella Toscana Sud Est sono 150 medici e 90 infermieri i professionisti impegnati, da quasi un anno, nella primissima linea nella lotta al virus: le Usca, Unità Speciali di Continuità Assistenziale contano 43 team di cui 17 nella provincia di Arezzo, 13 a Siena e 13 a Grosseto. In Valdarno aretino sono operativi nelle Usca 11 medici, 11 infermieri e 3 operatori socio sanitari.

Il loro compito consiste nella sorveglianza dei positivi in isolamento domiciliare (ad oggi nella USL TSE sono 4869): monitorano le loro condizioni, li assistono e, se necessario, ne dispongono il ricovero in ospedale. Tutti giovani con grande entusiasmo e professionalità, che hanno visto cambiare il loro ruolo nella battaglia alla pandemia diventando un elemento fondamentale non solo nella cura ma anche nella diagnosi e nell’assistenza ai malati di Covid.

Le mansioni sono cambiate, come è cambiato il virus, ed è cambiato anche il tipo di paziente preso in carico. Pazienti sempre più complessi e con bisogni sempre diversi, spesso più giovani e senza particolari comorbidità. La prima ondata, nel territorio della Asl Sud Est, è stata caratterizzata da numeri relativamente contenuti ma da settembre, con l’arrivo della seconda ondata, i sistemi e le modalità di lavoro si sono modificati. 

I team USCA sono stati dotati di nuove strumentazioni come il braccialetto elettronico per il controllo medico a distanza, gli strumenti per effettuare emogasanalsi, gli ecografi portatili per effettuare ecografie polmonari direttamente a casa. In dodici mesi è cresciuta anche la collaborazione con l’emergenza 118, con il sistema sanitario ospedaliero, con i medici di medicina generale, e soprattutto è stata attivata una formazione continua realizzata grazie ai Dipartimenti di Medicina Specialistica degli Ospedali e alle UOC di Medicina Interna.

“Abbiamo fornito ai nostri team – spiega il Direttore dell'Azienda sanitaria Antonio D’Urso –  di tutti gli strumenti e la preparazione necessari per poter operare al meglio e con sempre maggiore efficacia. Li abbiamo visti crescere con noi. Medici e infermieri anche alle prime esperienze professionali che si sono messi in gioco con grande passione e abnegazione. A titolo esemplificativo cito i dati relativi alla settimana dal 4 all’11 marzo 2021: in sette giorni i nostri team hanno avuto in carico 4283 persone, seguito a casa 3871 malati, hanno fatto 750 visite domiciliari, 110 interventi nelle RSA, effettuato 300 ecografie polmonari, 400 emogas e circa 1400 tamponi. Un lavoro enorme che garantisce non solo la salute dei pazienti ma anche il normale funzionamento dei presidi ospedalieri, evitando ricoveri ove possibile. Credo che il progetto USCA sia una eredità preziosa di questa tragica pandemia, un modello di lavoro assolutamente prezioso ed efficace". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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