28, Marzo, 2024

Per il momento non arriverà nessun altro migrante. I 21 collocati a Palazzolo saranno impiegati in progetti sociali

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L’assessore Ottavia Meazzini annuncia che “Figline e Incisa non saranno coinvolte in questa fase dell’emergenza, in quanto verranno collocati in Comuni che non ospitano attualmente migranti”. Ma la situazione è in rapida evoluzione. Intanto i 21 profughi arrivati a luglio 2014 svolgeranno attività con associazione “Il Giardino” e cooperativa “Il Cenacolo”.

Saranno impegnati nella manutenzione di alcuni giardini e aree verdi i 21 migranti ospitati a Palazzolo e per il momento non ne arriveranno altri a Figline e Incisa: “Siamo in contatto diretto con la Prefettura e i nuovi collocamenti riguarderanno per il momento quei Comuni che non hanno migranti ospiti sul loro territorio” spiega l’amministrazione comunale. Ma la situazione è di piena emergenza e in rapida evoluzione.
 
In ogni caso è stato definito martedì un protocollo d’intesa tra il Comune di Figline e Incisa, la cooperativa sociale “Il Cenacolo” e l’associazione “Il Giardino” per concorrere alla realizzazione di percorsi di integrazione sociale rivolti ai migranti richiedenti asilo politico arrivati nel luglio 2014 e attualmente ospitati in una struttura di accoglienza a Palazzolo.
 
Da quasi un anno queste 21 persone vivono in una sorta di limbo in attesa che vengano sbrogliate le pratiche relative alla loro richiesta di asilo politico.  E l’accordo nasce da un appello lanciato dalla sindaca e dall’assessore all’Integrazione che, in una lettera inviata lo scorso 28 novembre alle associazioni del territorio, chiedevano collaborazione per facilitare i processi di inclusione dei profughi. Si tratta, infatti, dell’unica possibilità di inserimento sociale per questi migranti richiedenti asilo, dal momento che le direttive in tema di accoglienza, contenute nel Decreto 140/2005, non consentono loro di svolgere attività lavorative, sottolinea l’assessore Ottavia Meazzini.
 
A tal fine, partiranno proprio nelle prossime settimane le attività di utilità sociale previste nel Protocollo d’intesa, che includeranno anche la riqualificazione e la manutenzione di alcuni giardini e aree verdi presenti sul territorio comunale, con particolare attenzione alle frazioni. I migranti, divisi in piccoli gruppi, saranno quindi impiegati inizialmente due volte a settimana, in qualità di soci dell’associazione “Il Giardino” in affiancamento a due volontari della stessa associazione: quindi i migranti saranno a tutti gli effetti soci volontari e come tali svolgeranno le attività in modo gratuito.
 
Si tratta di progetti che verranno realizzati in collaborazione con l’ufficio Ambiente, che si occuperà della fase formativa. Il materiale per la realizzazione delle attività (pettorine, vernici, attrezzature) sarà fornito dal Comune, mentre i dispositivi di prevenzione e la copertura assicurativa dei migranti, saranno a carico della cooperativa sociale “Il Cenacolo”.
 
Oltre a “Il Giardino”, hanno risposto all’appello anche altre due associazioni, che gestiscono in maniera autonoma la loro collaborazione con “Il Cenacolo”: l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci), che coinvolge i migranti in attività di animazione, e l’associazione “Anelli mancanti”, che già dal novembre 2014 tiene per loro un corso di italiano almeno due volte alla settimana.
 
“Come amministrazione comunale siamo favorevoli all’accoglienza, nel pieno rispetto e nella piena tutela dei nostri cittadini – commentano la sindaca Giulia Mugnai e l’assessore all’Integrazione Meazzini – Quello che stiamo lanciando è un progetto pilota sperimentale, che abbiamo faticato molto a sviluppare per via dei vincoli contenuti nella normativa vigente. È proprio per questo che abbiamo deciso di affiancare alla formazione alcuni lavori di pubblica utilità, in modo da permettere alla comunità di conoscere questi ospiti e agli ospitati di ricambiare l’accoglienza. Cogliamo quindi l’occasione per rinnovare l’invito alla partecipazione da parte del nostro ricco tessuto associativo territoriale, affinché coinvolgano queste persone nelle loro attività di volontariato”.

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