19, Novembre, 2024

Opere edili abusive e sanate dal Comune: il Tribunale del Riesame rigetta il ricorso contro il sequestro

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L’indagine riguardo le opere realizzate nel Comune di Bucine da un’azienda agricola risale al 2015. Nel mese di gennaio il Tribunale ha sequestrato l’area che era stata sanata dall’amministrazione comunale. Subito scattò il ricorso. Ma il sequestro è stato confermato

Per la prima volta, in provincia di Arezzo, il Tribunale ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura per il sequestro di opere edili, ritenute abusive, disapplicando così una sanatoria edilizia comunale perchè riconosciuta illegittima. E per la prima volta, adesso, il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro, l’impianto accusatorio e la necessità di procedere in giudizio per determinare le responsabilità sul caso.

La vicenda riguarda la realizzazione di una recinzione e di nuovi tratti di strada in un'area boschiva del Comune di Bucine sequestrate su disposizione del Gip di Arezzo nel mese di gennaio dai carabinieri forestali di Arezzo. La sanatoria da parte del Comune di Bucine fu ritenuta illegittima. I diretti interessati hanno presentato ricorso e il Tribunale del Riesame lo ha rigettato.

L'opera riguarda una recinzione metallica di mezzo chilometro costruita in un’area boschiva per realizzare un recinto faunistico e l'apertura di due strade senza permesso a costruire e senza l’autorizzazione paesaggistica necessaria per interventi in una zona soggetta a quel vincolo. Le costruzioni vengono sanate dal Comune che equipara i lavori a manutenzioni ordinarie e all' apertura di piste forestali temporanee ai sensi del Regolamento forestale della Toscana.

Dopo gli accertamenti della polizia giudiziaria dei carabinieri forestali della Procura e del nucleo investigativo del Gruppo di Arezzo, anche sulla base di una perizia tecnica di un geologo intervenuto quale ausiliario della stessa polizia giudiziaria, emerge invece che la recinzione, per tipologia e modalità costruttive, costituisce "un’opera di elevato impatto, tale da modificare l’assetto urbanistico/edilizio e paesaggistico dei luoghi, rientrando nel novero degli interventi di nuova costruzione che impone l’adozione del permesso a costruire del Comune".

Il GIP, nel mese di gennaio, dunque, emette un’ordinanza di sequestro preventivo, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero e i carabinieri forestali la eseguono.

La proprietà il 16 febbraio presenta istanza di riesame al Tribunale di Arezzo, "eccependo sulla forma e sulla sostanza della decisione del GIP". Il collegio di giudici, però, rigetta il ricorso, "riconoscendo sia la conformità dell’azione del GIP, sia la sussistenza del fumus delicti che aveva giustificato la misura cautelare reale eseguita".

 

 

 

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