30, Aprile, 2024

“NoWay”: il suicidio giovanile in scena con Prospettiva Capaneo

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Il collettivo di ricerca teatrale pratese, presenterà il loro ultimo spettacolo Sabato sera sul palco dell’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini: trattando in modo a tratti inusuale un tema tanto delicato e drammatico come il suicidio.

Uno spettacolo  sulla vita, sulla solitudine percepita da chi –apparentemente- non troverebbe motivi per proseguirla, sul gesto estremo del suicidio: si tratta di “NoWay”, una rappresentazione teatrale di Prospettiva Capaneo, collettivo pratese di ricerca teatrale, che debutterà all’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini Sabato 25 Febbraio.

NoWay” significa in Inglese “neanche per idea”, ma può essere letto anche come la contrattura gergale di Norway (Norvegia),il paese in cui idealmente si svolge la storia rappresentata: il punto di partenza della rappresentazione è la vicenda (realmente avvenuta) riguardante una coppia di adolescenti che, in seguito ad un incontro su una piattaforma online riservata ad aspiranti suicidi, decidono di gettarsi insieme da un fiordo togliendosi la vita.
Un'opera che si pone l’obiettivo di trattare un tema drammatico come quello del suicidio giovanile, con un tocco di leggerezza da cui possa svilupparsi progressivamente (e in concomitanza con il flusso della narrazione), un sentimento di speranza secondo il quale l’amore per la vita possa vincere anche sulla solitudine e la depressione.

 

La regia è affidata a Matteo Cecchini, che dirigerà in scena Lorenza Guerrini e Duccio Raffaelli: come per Cantiere Artaud, lo spettacolo di Prospettiva Capaneo è figlio di una residenza artistica proposta nella programmazione teatrale terranuovese curata da Diffusioni/Kanterstrasse:

“Siamo a lavoro dal primo Febbraio divisi tra Terranuova Bracciolini e Loro Ciuffenna” raccontano.
“Il vero punto di forza delle residenze artistiche è indubbiamente quello di poter avviare un percorso distante dai luoghi in cui solitamente operiamo, concentrandoci maggiormente sulla strada che intendiamo percorrere. Staccare dalla quotidianità aiuta a focalizzarsi sul processo creativo, estraniandosi dai contesti personali che possono influenzare lo sviluppo di un’opera teatrale. Indubbiamente la bellezza del luogo, in questo caso di Loro Ciuffenna, aiuta ulteriormente a sviluppare il tema con maggior serenità, influenzando inevitabilmente il risultato finale”.

Nati tre anni fa da un incontro all’interno della scuola teatrale del Teatro Metastasio di Prato, Prospettiva Cataneo prende il nome dall’eroe Greco che sfidò Zeus nel tentativo di conquistare le mura di Tebe, venendo per questo fulminato. Allo stesso modo, si propongono di sfidare eroicamente il fare contemporaneo contaminato da superficialità e rapidità, attraverso rappresentazioni teatrali come “NoWay”, destinata a trattare un argomento piuttosto delicato utilizzando un linguaggio a tratti ironico:

“L’idea di trattare il dramma interiore di un'aspirante suicida, era in discussione da tempo:  l’obiettivo, quello di riuscire a trattare un tema piuttosto pesante in modo ironico, giocando sulle contraddizioni e i paradossi. Siamo quindi partiti da un fatto di cronaca reale, lavorando tantissimo sulla drammaturgia anche e soprattutto attraverso l’improvvisazione per stenderne la sceneggiatura.

A livello di recitazione, è sicuramente stimolante provare ad entrare nella psicologia di chi ha scelto per se stesso un destino definitivo, in un tema purtroppo sempre attuale. Contemporaneamente risulta altamente formativo a livello personale anche il fatto di recitare in due su un palco: per quanto tu possa personalmente costruire le parti che ritieni decisive del tuo personaggio, tante cose cambiano e si plasmano in conseguenza alle prove, in conseguenza al contatto tra i due attori in scena; tutto nasce dal rapporto reale che si crea tra le due persone sul palco”.


Alleggerire una scelta tanto tragica, generando interrogativi attraverso l’utilizzo anche dell’ironia: una sfida complessa che garantisce particolarità allo spettacolo stesso.

“Quando si tratta un tema tanto delicato e complesso, risulta difficile imporsi di lanciare un messaggio sul quale basare la costruzione del testo. È molto più utile generare una reazione, un’opinione, una sensazione che porti lo spettatore ad una riflessione: utilizzare paradossi e contrasti visibili tra i due personaggi in scena, è la direzione scelta per raggiungere questo obiettivo.
La narrazione gioca attraverso tratti amaramente ironici relativi ai caratteri opposti dei due protagonisti, completamente scollegati dai luoghi comuni che ci si aspettano da una coppia formata da un uomo e una donna: la protagonista è molto più “maschile” in termini di durezza e determinazione, il protagonista appare con sfumature invece più sentimentali, più riflessive, convenzionalmente “più femminile”. Vengono, di fatto, ribaltati quelli che potremmo definire i canoni del pensiero comune in relazione alle differenze di personalità stereotipate per genere: alla fine, entrambe le parti riescono a restituire gran parte delle sfumature relative alle problematiche che si incontrano nei ragazzi in età di trasformazione.
Toccando inoltre questioni molto pratiche sull’argomento suicidio, valutando quelli che in un’ipotetica discussione pre morte possono essere anche le domande da porsi, è inevitabile scandagliare dubbi apparentemente tanto bizzarri da generare anche sorrisi, per quanto amari. L’obiettivo è quello di rendere il più possibile le sensazioni reali, e talvolta forse inconsapevoli, di chi può scegliere di compiere un gesto simile ulteriormente in compagnia di uno sconosciuto: ovvio che non si tratta di un’ironia spiccatamente comica; piuttosto un qualcosa di amaramente assurdo, che in ogni modo contribuisce ad alleggerirne la trattazione”.

Le foto a corredo dell’articolo sono di Elisa Brilli.

 

 

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