Nasce a Figline, su iniziativa di un gruppo di cittadini, il Comitato per la difesa e la valorizzazione del Parco urbano di piazza Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: lo scopo principale è quello di opporsi al progetto per la realizzazione della nuova piscina comunale coperta che l’Amministrazione comunale ha proposto tra le opere finanziabili con i fondi europei del PNRR. La piscina occuperebbe una importante porzione del parco. I cittadini, in maniera particolare quelli residenti nell’area, non ci stanno.
“Il parco urbano è un bene pubblico di straordinario valore e bellezza – afferma l’avvocato Cristina Farri, presidente del comitato – È nato più di trenta anni fa ed oggi rappresenta un’ oasi ambientale di gran pregio, con decine di alberi decennali, frequentata e apprezzata dall’ intera cittadinanza. L’idea di comprometterne l’ unità e di occupare una bella fetta del parco per realizzare un capannone che dovrebbe ospitare una piscina coperta e oltre ad opere esterne accessorie ci sembra assolutamente sbagliata e chiediamo alle istituzioni interessate di riconsiderarla”.
“Lo statuto del comitato prevede perciò di fare opposizione, prima di tutto sul piano giuridico, alla realizzazione dell’opera. Ciò significa impugnare formalmente, dinanzi a tutti gli organi giudiziari competenti ed in tutti i gradi di giudizio, gli atti amministrativi relativi alla realizzazione della piscina, con contenziosi lunghi e dagli esiti incerti. Intendiamo adottare tutte le iniziative necessarie per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e tutti gli enti e le associazioni interessate, (a cominciare da quelle ambientali) sul piano locale, regionale e nazionale, al fine di evitare un vero e proprio scempio. Nessuno mette in discussione l’ utilità della piscina – continua l’ avvocato Farri – ma non al costo di compromettere un altro bene pubblico di straordinario valore. Senza dire che l’area interessata è priva di una adeguato numero di parcheggi e presenta una viabilità pressoché inesistente (non vi sono strade) a meno di non eliminare parte del parco ed anche l’area adibita a sgambamento dei cani”. “
Sulla base delle regole del PNRR, sembra che se uno dei progetti viene impugnato si possa determinare un vero e proprio effetto domino che rischia di travolgere tutti gli altri facenti parte del pacchetto.
“Per questo chiediamo una serena valutazione della situazione – conclude l’ avvocato Farri- e una collaborazione da parte delle istituzioni interessate. Collaborazione che ad oggi è stata negata dal Comune di Figline e Incisa e dalla Città Metropolitana, che non hanno ad oggi evaso la richiesta di accesso agli atti formulata nei loro confronti”.