26, Aprile, 2024

Presepi nelle scuole, il sindaco Benucci: “Non rinunciamo alle nostre tradizioni. Non private i bambini della bellezza del Natale”

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A livello nazionale si è accesa la discussione sulla scelte delle scuole per i festeggiamenti del Natale. Con una lunga lettera interviene il sindaco di Reggello, Cristiano Benucci: “Non rinunciamo alle nostre tradizioni. Sarebbe bello se le parrocchie donassero presepi a ciascuna scuola. Come sarebbe altrettanto bello che le comunità di fede diversa portassero i loro segni. Non private i bambini della bellezza del Natale”

"Non private i nostri bambini della bellezza del Natale!". Come ogni anno a livello nazionale si è accesa una forte discussione sull’opportunità di festeggiare o meno il Natale all’interno degli istituti scolastici, con i simboli della tradizione. In questo dibattito si inserisce adesso il sindaco di Reggello Cristiano Benucci con una lettera inviata alla dirigente scolastico e agli insegnanti del comune: “Non rinunciamo alle nostre tradizioni".
 
“Tra poche settimane – scrive Benucci – sarà Natale e tutti noi entreremo progressivamente nell’atmosfera natalizia, fatta di suoni, colori, attese, apprensioni: una sorta di magia che ogni anno si ripete. E’ la festa che fin da bambini tutti abbiamo maggiormente atteso e maggiormente amato. Anche quest’anno l’opinione pubblica discute purtroppo su scelte fatte da alcuni istituti scolastici, tese a rinunciare ai segni tradizionali del Natale cristiano per “non urtare la suscettibilità dei bambini di diverso credo religioso”.
 
“Negli ultimi anni – sottolinea Benucci – alle festività proprie della nostra tradizione tante altre se ne sono aggiunte, provenienti da culture diverse (penso ad Halloween per esempio), diventando patrimonio di una comunità che è sempre più multietnica e globale, ed è bello pensare che una comunità multiforme cresce e si consolida nel condividere il patrimonio culturale di tutti.  In nome di questo principio credo che il Natale debba mantenere intatte tutte le sue tradizioni, da quelle profonde che nascono dal senso cristiano della festa (come il presepe, le musiche, i canti), fino a quelle più laiche (come l’albero, le luci, i colori, Babbo Natale). Privandoci anche solo di una di queste cose, si fa innanzi tutto torto al principio di convivenza”.
 
“La multiculturalità – prosegue il sindaco –  non si favorisce cancellando i nostri simboli, la nostra cultura, la nostra storia, ma accogliendo anche quelli degli altri in modo da comprenderli e condividerli insieme. La tolleranza è una valore di cui dobbiamo essere portatori per creare una società che, indipendentemente dal credo religioso, sappia essere solidale e coesa. Pur non avendone titolo e nel pieno rispetto del principio dell’autonomia scolastica mi permetto di esprimere un invito a tutti di docenti della scuola reggellese: non private i nostri bambini della bellezza del Natale. Non riduciamolo ad una mera festa di consumismo in cui l’unica cosa di cui si debba parlare con i bambini riguarda che tipo di regali abbiano ricevuto: quello sì sarebbe davvero un aspetto discriminatorio tra chi può permettersi tanti regali e tra chi, per diverse ragioni, non può riceverli”.
 
E infine una proposta: “Sarebbe bello che le nostre parrocchie, che rappresentano le comunità cristiane, regalassero a ciascuna scuola un presepe e che fosse sistemato in ogni plesso insieme all’albero. Come sarebbe altrettanto bello che le comunità di fede diversa portassero i loro segni”. 
 
Benucci conclude la sua lettera con una speranza: “Mi piace pensare che la nostra comunità reggellese abbia già elaborato questi problemi ed affronti la multiculturalità con serietà e senza pregiudizio. Mi piace pensare che integrazione voglia dire vedere sia cristiani che non cristiani aiutati dalle caritas parrocchiali perché la povertà non ha credo, così come festeggiare insieme i momenti che le varie tradizioni ci offrono in primis il Natale. Rinnegare infatti chi siamo e da dove proveniamo non aiuta l’integrazione tra culture e religioni diverse e ci rende tutti più poveri”.

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