23, Novembre, 2024

Maurizio Sarri riceve il premio Panathlon. Il tecnico di Figline : “Un 2014 da favola, vi racconto il mio calcio”

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Consegnato il premio “Panathlon” a Maurizio Sarri. Il tecnico valdarnese che allena l’Empoli ieri era alla sede dell’Aia per ritirare il premio. Ed è stata l’occasione per parlare della sua visione del calcio e raccontare la lunga cavalcata che lo ha portato in Serie A, con un pensiero anche ad Arduino Casprini: “Il 2014 un anno da incorniciare. Ad Empoli l’ambiente ideale”.

“È uno dei premi più belli perché lo ricevo in Valdarno, la mia terra”. Maurizio Sarri si gode la conclusione di un 2014  da favola e riceve il premio Panathlon nella sede dell’Aia Valdarno, dalle mani del presidente Leno Chisci. Di fronte al tecnico dell’Empoli, tanti vecchi amici e conoscenti che lo hanno accompagnato all’inizio della sua avventura nel calcio minore. Sarri racconta il suo calcio e le emozioni di una cavalcata iniziata nemmeno quindici anni fa sui campi di Sansovino e Sangiovannese. Il suo è anche un racconto disincantato del mondo del calcio.
 
“Il 2014 è stato un anno da incorniciare, prima con la promozione in serie A e poi con i primi mesi nel calcio che conta: siamo la squadra più giovane della serie e con il budget economico più basso, ma stiamo lottando, riuscendo ad ottenere anche risultati su campi importanti”.
 


 

Ultimo, il pareggio strappato domenica pomeriggio al Franchi: “Una partita dalle emozioni uniche anche perché quando mi voltavo in tribuna c’erano persone che conoscevo e che mi chiamavano per soprannome. Avevo già giocato con la Fiorentina, in Coppa Italia di Serie C, ai tempi della Sangiovannese ma fu una partita diversa e di minore importanza: la viola era già stata ripescata in serie B, noi eravamo già riusciti a vincere un girone difficilissimo. Undici anni fa c’erano 2mila persone allo stadio, domenica più di 30mila”.

Davanti ai presenti, Sarri non nasconde un po’ di amarezza per le sorti del calcio italiano: “La Fiorentina giocava con undici stranieri. Noi avevamo 14 ragazzi cresciuti nel nostro vivaio, molti toscani, e tre in vivai italiani. È più semplice per noi avere senso di appartenenza. Non so chi abbia ragione, ma a me piace allenare i ragazzi e possibilmente italiani. E anche il pubblico empolese quando vede uno dei suo giovani in campo è contento, anche se non dovesse arrivare il risultato. Vanno saputi aspettare: Tonelli per mesi ha fatto errori inenarrabili, poi è cresciuto e sono convinto che a fine anno – se dovesse continuare così – Conte lo convocherà in nazionale”.
 
A chi gli chiede un aneddoto del suo periodo nel calcio dilettanti, risponde che “una volta un attaccante segnò con i parastinchi in mano”.  Ricorda, davanti alle telecamere, la figura di Arduino Casprini che lo ha lanciato tra i professionisti e di cui tra pochi giorni ricorreranno i dieci anni dalla scomparsa: "Una persona straordinaria, di un'intelligenza unica alla quale ero profondamente legato".

Di acqua sotto i ponti ne è passata. “Ma io non sono cambiato anche se sono arrivato in serie A. Sono sempre lo stesso allenatore, solo che adesso parlano di me”.
 
Se la prende con il calcio e la spettacolarizzazione televisiva: “Io, come penso tutti in questa sala, mi sono innamorato di questo sport perché mio babbo un giorno mi ha portato allo stadio. Non è la stessa cosa per un bambino guardare una partita su Sky. È possibile che tra qualche anno ci sia disaffezione per il calcio”.
 
Sarri loda la realtà empolese: “Qui è possibile lavorare con serietà e senza pressioni sul campo. I dirigenti e la proprietà mi hanno sostenuto anche nei momenti difficili. In serie B ho iniziato con 4 punti in 9 partite, ma mi hanno confermato e abbiamo conquistato un’insperata promozione. In serie A abbiamo subito tre sconfitte in una settimana, l’ultima delle quali è un 4 a 0 rimediato in casa dal Cagliari: il presidente mi ha chiamato per dirmi che mi avrebbe prolungato il contratto di un altro anno. Senza il sostegno della società ed un progetto chiaro era impossibile ottenere risultati importanti”.

Sarri non ha dubbi su cosa chiedere al 2015. “Nel 2014 è arrivato il salto dalla B alla A. Spero quindi con il nuovo anno di non compiere il percorso inverso”.

Articoli correlati