Il maxi orale del 2021 è ormai un ricordo. I maturandi del 2022 tornano ad affrontare due prove scritte ed un orale. Dopo la semplificazione della prova di maturità del 2021, concentrata su in colloquio orale diviso in quattro fasi diverse, frutto di un anno intero passato in didattica a distanza, causa la situazione pandemica; quest’anno i maturandi affronteranno una sorta di compromesso tra ciò che è stato fatto negli ultimi due anni e ciò che costituiva prima della pandemia l’esame di maturità.
Il Ministero dell’Istruzione ha deciso: la Maturità di giugno sarà composta da due prove scritte; la prima sarà il tema di italiano, uguale per tutti i maturandi a livello nazionale e composta da sette le tracce possibili, di tre diverse tipologie: analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo e riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su temi di attualità; mentre la seconda varierà da scuola a scuola, in base alle decisioni delle singole commissioni (a differenza delle vecchie seconde prove ministriali). Archiviate le prime due prove, sarà la volta del colloquio, su materiale scelto dai docenti: un documento, un quesito, un progetto che sarà sottoposto al candidato, il quale non partirà più dalla tesina. A comporre la commissione saranno sei professori interni e un presidente esterno.
Il ritorno al passato deciso dal Ministero dell’Istruzione, ha provocato delle polemiche. Se da una parte il ministro Patrizio Bianchi ha parlato di progressivo ritorno alla normalità, le associazioni studentesche hanno espresso enorme perplessità a sia a livello nazionale che territoriale. A questo proposito si sono espressi i rappresentati d’Istituto dei Licei Giovanni da San Giovanni, ISIS Benedetto Varchi, ISIS Giorgio Vasari, ISIS Valdarno confrontandosi precedentemente con i rappresentanti di classe delle quinte e con i maturandi in generale.
Le opinioni dei maturandi valdarnesi si dividono tra polemiche e riflessioni strutturate. Natan Neri (Licei SGV):”Fino alla notizia dell’introduzione della prima prova scritta, la polemica è stata abbastanza quieta. L’idea di dover sostenere il tema di italiano ha impaurito molto meno rispetto alla reintroduzione della seconda prova: soprattuto perchè la preparazione al tema è sempre stata affrontata con modalità che hanno fornito agli studenti tutti gli strumenti necessari alla riuscita ottimale della prova.” Aggiunge Cosimo Bartoli (Vasari):”Il timore e con questo, le manifestazioni per la revoca, è nato con la notizia dell’introduzione della seconda prova scritta.” Variano da indirizzo a indirizzo le opinioni dei ragazzi, soprattutto a causa delle difficoltà intrinseche delle materie di indirizzo che variano in modalità di svolgimento da materia a materia. Alcuni ragazzi, lamentano una preparazione poco adeguata per sostenere una seconda prova scritta, soprattuto provocata dalla didattica a distanza. Specifica Matteo Ferretti (Isis Valdarno):“ Se per quanto riguarda la prima prova, la preparazione è molto simile ai compiti svolti durante l’anno, per quanto riguarda alcune materie di indirizzo il gap tra i compiti abitudinali e la modalità della prova d’esame, risulta più difficile da colmare e sicuramente richiede una maggiore autonomia.”
“Motivo di polemica maggiore, ad ogni modo, sono le tempistiche. I ragazzi lamentano una comunicazione poco efficace, il timore è quello di altri cambiamenti repentini” – ci spiega ancora Cosimo – “E ovviamente più il tempo va avanti, minore diventerebbe l’efficacia del metodo di preparazione. In linea teorica, nel Valdarno la polemica non è accesissima, una posizione ancora più pacata, è quella dei ragazzi del Varchi; Myriam Osman (Varchi):”I ragazzi hanno piena consapevolezza del fatto che prima o poi nel “ritorno alla normalità” sarebbe dovuto rientrare un piano didattico che si sarebbe rifatto alla didattica in presenza e che si sarebbe arricchito in difficoltà. I timori non nascono da discorsi di negligenza, piuttosto si direbbe il contrario, la paura di non poter dimostrare il massimo proprio per mancanza di strumenti, non di studio.”
Per quanto riguarda la reintroduzione degli scritti, ci sono stati scioperi e manifestazioni a livello nazionale. Dal Valdarno le posizioni in proposito sono state svariate, tuttavia non si registra una partecipazione significativa. L’adesione maggiore è stata da parte dell’ISIS Valdarno, quasi tutte le quinte ne hanno preso parte. Per quanto riguarda i Licei Giovanni da San Giovanni, la partecipazione è stata sporadica e arbitraria dei singoli, gli studenti del Varchi invece hanno deciso di non manifestare, i dubbi rimangono interni ma sia per non mancare ad ore preziose, sia per minore lamentela, la linea è stata seguita in maniera abbastanza collettiva. Gli studenti del Vasari, invece affermano che, nonostante siano per la maggior parte in accordo con le decisioni prese, il timore di ulteriori cambiamenti repentini, li porta a partecipare agli eventi per dare un segno.