20, Aprile, 2024

Lotta al cinipede del castagno, in Pratomagno una campagna biologica sperimentale

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L’Unione dei comuni del Pratomagno, in collaborazione con l’Università di Firenze e la Regione Toscana ha intrapreso in modo sperimentale la lotta biologica al Cinipide del castagno. Contro questo insetto viene utilizzato un piccolo imenottero, anch’esso di origine asiatica, il quale ne contrasta lo sviluppo

Una lotta biologica all'insetto che aggredisce i castagni del Pratomagno. L'ha messa in campo l'Unione dei comuni, in collaborazione con l'Università di Firenze e la Regione Toscana: una tecnica sperimentale che si avvale di un naturale avversario del cinipede, un altro insetto di origine asiatica che ne contrasta la prolificazione. 

Tutto è partito nel marzo del 2012, quando sono state osservate le prime galle del cinipide del castagno in alcune aree nei pressi della località Roveraia, nei boschi di Loro. Da quel momento l'Unione del Pratomagno ha attivato un piano di controllo per contenere le infestazioni di Dryocosmus kuriphilus, che attacca i castagni facendoli deperire. Si stima che la diffusione del castagno, una volta attaccato dal cinipede, decresca del 50-70%. 

Per il controllo di questo insetto la strategia più efficace e compatibile con il contesto naturale in cui si opera è quella della lotta biologica, che mira a stabilire un equilibrio naturale tra le popolazioni dell'insetto nocivo e quelle dei suoi limitatori naturali. Nel caso del cinipide del castagno viene utilizzato Torymus sinensis, un piccolo imenottero anch'esso di origine asiatica. Nel 2013, perciò, l'Unione dei comuni ha realizzato, nell'ambito del Progetto "BioInfocast", due rilasci di T. sinensis, ciascuno di 100 femmine e 50 maschi, in località Roveraia e Valluccello nel comune di Loro.

Nel 2014 sono partiti altri 20 rilasci di T. sinensis nel comprensorio castanicolo del Pratomagno. In 14 aree sono stati lanciati 100 femmine e 50 maschi, mentre nelle altre 3 zone, con infestazione più elevata, sono stati effettuati doppi lanci (200 femmine e 100 maschi). Perché la nuova popolazione si equilibri con quella del cinipede ci vorrà tempo: i dati scientifici dimostrano che dovranno trascorre circa 8-10 anni prima che gli effetti negativi dell'infestazione di D. kuriphilus vengono ridotti a livelli sostenibili. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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