23, Novembre, 2024

Le Stanze Ulivieri di Montevarchi: un confronto tra passato e presente

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Balli, eventi culturali, cerimonie, concerti musicali sono da secoli ospitati all’interno della mura delle Stanze Ulivieri. La storia di un Circolo nato con l’idea di condividere idee illuminate e innovatrici, che negli anni è riuscito a staccarsi dal suo passato per evolversi di pari passo ai tempi. Nel ‘700 ebbe così inizio l’avventura del Circolo delle Stanze Ulivieri, giungendo fino ai giorni odierni in una nuova veste.

Le vicende del Circolo delle Stanze Ulivieri affondano le proprie radici molto lontano, precisamente nel 1700. Tutto iniziò nel 1790 quando passò da Montevarchi il vescovo Ricci di Pistoia, un seguace di Giansenio, che iniziò a parlare ai cittadini di allora del giansenismo. Ne derivò una profonda separazione dal clero “canonico”, in quanto i giansenisti venivano considerati eretici, corrotti. I cosiddetti giansenisti di Montevarchi, iniziarono a riunirsi così dal signor Giovanni Ulivieri col fine di dialogare e confrontarsi. La ricostruzione della storia del Circolo delle Stanze Ulivieri è stata realizzata dai membri del Circolo e raccolta nell’opuscolo “Le Stanze Ulivieri. Oltre due secoli di storia”, ove si legge:

“E così da questi conversari tra eleganti damine in costumi settecenteschi, galanti abatini ed eleganti cavalieri, nacquero le Stanze, convegno di borghesia progressista ed illuminista”

Un luogo nato con l’etichetta di “covo di giansenisti” in poco tempo diventò la sede ideale per la condivisione di idee illuminate a respiro europeo, un convegno di liberali, che riuscì a sopravvivere durante i tumultuosi anni delle rivoluzioni, e non solo. Tutto, però, iniziò a fine ‘700 quando Antonio Ulivieri, giurista illuminato, deciso di accogliere nella propria dimora amici e persone di riguardo con l’obiettivo di condividere ideali, cultura, pensieri. Nel Palazzo Ulivieri, costruito intorno al 1730, prese così vita la “Società delle Stanze Ulivieri”. Della famiglia Ulivieri non ne rimangono tracce in Valdarno, ma il loro nome fu portato anche nella nuova dimora che i soci di Circolo decisero di costruire nel lontano 1908. Proprio in questo periodo, nacque la sedie odierna in Giuseppe Garibaldi.

Entrare all’interno del “Circolo delle Stanze Ulivieri” fu da sempre molto ambito. Prendendo ad esempio il consueto “Ballo” della Stanze emergono le caratteristiche elitarie del Circolo. Esso si svolgeva durante il periodo del Carnevale e da tutti era preso molto sul serio: abiti da sera costosi, ottenere il prestigioso invito, il meticoloso cerimoniale. Sempre di pari passo alla “bella Epoque” del Circolo, però, non sono da trascurare le pratiche di gioco, come “Il Faraone” ed il “Maccao” e le iniziative culturali e musicali degne di pregio.

La libertà religiosa dapprima e poi politica che si respirava all’interno del Circolo visse anche momenti difficili. Fra il 1814 e 1817, a Montevarchi divenne gonfaloniere Batta Dami. E così la neo libertà francese acquisita da poco terminò: vennero vietate adunanze, l’accesso al teatro, insomma tutte le manifestazioni che non riguardavano la chiesa. Tuttavia, il Circolo non si fermò e nel 1848, infatti, quando esplosero gli ideali risorgimentali e liberali, si pensò di redigere un vero e proprio Statuto.

Nei primi del Novecento nasce ufficialmente il Circolo della Stanze Ulivieri, il quale ha dovuto da subito interfacciarsi con le due guerre mondiali. Come sottolineato da Elisabetta Benini, attuale Presidente del Circolo, è sopravvissuto nel corso degli anni per la sua capacità di “modellarsi” e seguire la società e i tempi. Durante la prima guerra mondiale, esso divenne anche la sede di un piccolo ospedale, dove prestarono soccorso crocerossine e dottori.

Negli anni ’20, grazie alla collaborazione con il Comune di Montevarchi e altri enti, le Stanze continuarono la loro stagione culturale con mostre di pittura e scultura, pieces teatrali, incontri letterari, convegni di studio. La parentesi fascista venne vissuta in nome dell’apoliticità politica presente nello Statuto: la consapevolezza generale del tempo portava a pensare che le Stanze Ulivieri diventassero la nuova casa del fascio, ma i membri del Direttivo del tempo andarono in udienza da Benito Mussolini e spiegarono che essendo un Circolo culturale, dotato di statuto, non avrebbero mai voluto diventare la nuova casa del fascio. Ciò infatti non avvenne mai. “Ci facciamo orgogliosi ancora oggi per i nostri antenati che hanno combattuto per questa idea di libertà politica”, afferma la Presidente attuale Benini.

Il Circolo “si vestì di rosa” solo negli anni ’90 quando fu permesso alle donne di diventare azioniste, obiettivo che condusse all’elezione, nel 2005, della prima donna presidente della Stanze.

Elisabetta Benini, attuale Presidente Circolo Stanze Ulivieri: “Il Circolo ha avuto due caratteristiche per me fondamentali, la prima è stata andare contro corrente, poiché si parlava di tutto e basti pensare che uno degli articoli dello Statuto afferma che della politica non si deve parlare, quindi tutto sta fuori, però qua si accetta tutto. Poi quello di essere più innovatori di altri club, io sono diventata Presidente nel 2005, le donne furono ammesse come azioniste nella fine degli anni Novanta, a differenza di altri circoli che ancora oggi non le accettano. Mi ricordo che da bambina quando entravo nelle Stanze dovevo chiedere al Direttore se mi potesse chiamare mio padre al piano di sopra perché alle donne non era permesso salire”.

Ad oggi, il Circolo delle Stanze Ulivieri ha assunto un ruolo sociale diverso, aprendosi a tutti e abbattendo le distanze che spesso sono intercorse fra i soci e i cittadini montevarchini. Un importante traguardo raggiunto, che è iniziato da un’importante ristrutturazione, un “momento di straordinaria pazzia”, così definito da Elisabetta Benini, per rendere la sede adeguata alle nuove esigenze: la realizzazione di una cucina per catering, l’abbattimento della barriere architettoniche con l’installazione di un ascensore, cosa atipica per un palazzo liberty. Ben 100 soci attuali, con un incremento importante di giovani, e uno staff dedito alla causa gestiscono le Stanze.

“Riuscire ad aprire le Stanze Ulivieri al mondo, la sfida è stata riuscire a svincolarsi dal passato. Ora ci sono diversi membri giovani al Circoli, i quali danno una spinta social, attuale, si accolgono le idee di tutti i membri. Purtroppo fare cultura oggi è difficile, ma tra i 18 enni ora siamo molto conosciuti, dai compleanni, alla lauree, alle feste, è diventato molto ambito- commenta Elisabetta Benini– Dopo quasi vent’anni abbiamo raggiunto quello che volevamo e il merito va a tutto lo Staff delle Stanze”.

Per il periodo di Carnevale, le Stanze hanno preparato due eventi. Il primo, la “Pentalaccia”, festa per statuto dove una pentola viene sospesa e i bambini devono batterla per far uscire la caramelle al suo interno. E poi la XIX edizione del “Pinocchio d’oro”, evento che esiste a Montevarchi da anni, organizzato in principio, dal prete della Collegiata durante i Carnevali, che ha da pochi anni ripreso vita. Ci sarà anche il Pinocchio d’oro Talent, aperto ai più grandi. Presentazioni libri, eventi concertistici e musicali, come il prossimo concerto Jazz-mania, canzoni popolare riviste in chiave jazz. Un’apertura importante anche sul fronte dei matrimoni di coppie omosessuali, che infatti le Stanze ospiteranno per la prima volta la prossima estate.

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