23, Dicembre, 2024

La tradizione dell’ “Infiorata” a Castelfranco di Sopra fra il culto religioso e la partecipazione cittadina

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Le strade del centro storico di Castelfranco di sopra si colorano con petali di fiori e erba fresca per la consueta celebrazione del Corpus domini. La tradizione, chiamata appunto “infiorata”, ha origini antiche, ma ancora oggi, ogni anno, prende vita grazie alla collaborazione dei cittadini. Nel corso della giornata odierna potrete ammirare le strade adornate.

Durante la ricorrenza del Corpus domini, cerimonia religiosa per celebrare sacrificio e sacramento nella domenica seguente alla Pentecoste, a Castelfranco di sopra da qualche anno è tornata l’antica tradizione dell’ Infiorata. I cittadini del comune partecipano così attivamente alla celebrazione di questa singolare tradizione raccogliendo e selezionando i colori di diversi tipi di fiori e di erba fresca per realizzare un unico tappeto che va da Porta Campana alla caserma dei Carabinieri. Stefano Stagno, nel libro La pietà popolare a Castelfranco di Sopra, sottolinea come negli anni quest’usanza abbia subito una vera e propria tecnica selettiva:

I petali delle rose sono suddivisi, il verde delle felci è distinto da quello delle acacie (“cascie”) di cui si coglie anche il fiore biancastro. Molto utilizzato è il rosso dei papaveri, non mancano il bianco delle margherite, io violetto del giaggiolo, qualche gardenia; ma il fiore che più di tutti “esplode” nell’infiorata è lo stupendo giallo della ginestra

Questo trionfo di colori andrà a formare, sul lungo tappeto, un disegno di soggetti liturgici incorniciati e inframmezzati da composizioni geometriche.

La cerimonia religiosa ha origini antiche e lontane. Un’infermiera dei lebbrosi, Giuliana di Mont- Cornillon, istituì questa forma di celebrazione nel 1246 in Belgio come una festa diocesana. Successe, infatti, che la donna ebbe un’allucinazione di una luna piena attraversata da una striscia scura, segnale divino che nel ciclo delle feste religiose ne mancasse una legata all’Eucarestia e al corpo di Gesù. Piano piano incominciò ad essere osservata da vari religiosi, ma la svolta avvenne nel 1263 con il miracolo di Bolsenna. Un sacerdote boemo, Pietro da Praga, in pellegrinaggio verso la tomba di san Pietro a Roma, mentre si trovava a Bolsenna a spezzare l’ostia per la cerimonia fu il protagonista di un miracolo. Dall’ostia da poco spezzata iniziò a zampillare del sangue. Di seguito, il corporale venne portato a Orvieto il 9 giugno 1264 dove si trovava papa Urbano IV. Egli rimasto colpito dall’accaduto decise di estendere la festa del Corpus domini a tutta la chiesa. La processione con l’ostia sacra venne adottata da tutte le chiese cristiane, con la partecipazione del popolo e delle autorità.

L’usanza della processione venne adottata anche dalla Compagnia del SS. Sacramento di Castelfranco, ma arricchita da drappi, arazzi, tappeti. Ai tempi si svolgevano tre processioni nel giorno: una prima della Messa; una ufficiale alla mattina nel pomeriggio e infine  un’altra più popolare alla sera. All’inizio del XX secolo, la processione venne anche arricchita da “boccioni” (una specie di anfora in vetro) e gusci d’uovo accesi come lumini lungo i marciapiedi. La disposizione del maggio (i petali dei fiori) portò all’iniziale competizione fra i cittadini per l’abbellimento con petali di fiori della strada su cui passava la processione religiosa. Ne derivarono bellissime coreografie di fiori, oltre al lancio dei petali di rosa e i fuochi d’artificio al passare della processione. Fino ad arrivare ai giorni odierni, la tradizione del Corpus domini di Castelfranco di sopra si è modificata, arricchita, fermata e ripresa. La tradizione racconta che nell’anno 1994, davanti alla chiesa di S. Filippo è stata addirittura riprodotta un’immagine del volto del Santo su un disegno del pittore Lorenzo Bonechi.

Foto di passate Infiorate realizzate da Foto Papi Alessandro -Bonechi simone

Fonte usata: Stefano Stagno, La pietà popolare a Castelfranco di Sopra

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