Le soluzioni di Carolina Rindi, guida turistica locale, rispetto alla valorizzazione della “mandorla”, con l’attenzione focalizzata al patrimonio artistico cittadino.
L’inserimento di itinerari turistici attraverso mappe cittadine e cartellonistica adeguata, il biglietto unico per il sistema museale cittadino e una campagna di informazione sulle bellezze presenti nel centro storico di Montevarchi nei luoghi di turismo limitrofi, con un occhio di riguardo alla risoluzione di problematiche come decoro e vivibilità: è questa la ricetta suggerita da Carolina Rindi, guida turistica montevarchina, per una valorizzazione del centro città.
Abbiamo deciso di approfondire l' argomento, a distanza di circa tre mesi dall’insediamento della nuova giunta, con l’idea di focalizzare meglio l’importanza che può avere la valorizzazione artistica nella rinascita del centro storico di Montevarchi, anche in relazione al Valdarno.
Per farlo, abbiamo incontrato appunto Carolina Rindi, guida turistica montevarchina laureata in Conservazione dei Beni Culturali, professoressa di Storia dell’Arte e da 16 anni volontaria presso il Museo di Arte Sacra. È proprio all’interno di questo splendido contenitore di arte cittadina che Carolina ci ha parlato delle sue idee e dei suoi consigli per Montevarchi:
“In occasione delle ultime festività del Perdono, ho organizzato due uscite cittadine serali, seguendo un itinerario turistico da me ideato per mostrare le bellezze artistiche del centro storico, anche quelle meno conosciute. La partecipazione è stata sorprendente e superiore alle aspettative, a dimostrazione che molti montevarchini non conoscono a fondo la storia cittadina ma sarebbero molto entusiasti di saperne di più: siamo stati costretti a chiudere le iscrizioni in anticipo e malgrado le richieste ulteriori, pur aumentando il numero dei partecipanti. Abbiamo visitato alcuni luoghi di rilevanza locale con oltre 100 persone in due giorni”.
“Quando parliamo di centri storici cittadini, convenzionalmente intendiamo gli spazi compresi attorno alle vecchie cinta murarie delle città, seppur il concetto è stato praticamente superato dalle espansioni delle stesse in epoche moderne. A Montevarchi però “la mandorla” si mantiene all’interno di questi spazi storici, favorendo la possibilità di visitare in un’area non troppo espansa, una serie di bellezze artistiche e di musei che non sono seconde a nessuno nella provincia di Arezzo. La Collegiata, ad esempio, risulta l’unica chiesa post barocca presente in provincia, e rappresenta solamente uno dei tanti possibili punti di forza di uno spazio che necessiterebbe di accorgimenti importanti, per attirare turisti o fidelizzarli”.
Da operatrice del settore, non è difficile per Carolina evidenziare ed esporci personali soluzioni, finalizzate alla rivalutazione del patrimonio artistico cittadino:
“La prima cosa che viene in mente, considerando la naturale e limitata espansione dello spazio centrale cittadino, è quella di creare degli itinerari turistici convenzionali, favoriti da cartellonistica esplicativa adeguata. Dobbiamo ammettere che a livello di accoglienza turistica, Montevarchi pecca non poco: anche inserire una semplice piantina cittadina con i luoghi di maggior interesse artistico in evidenza, da posizionarsi alla stazione, rappresenterebbe già un primo passo. Del resto molti stranieri arrivano con il treno in città, spesso per recarsi allo spaccio di Prada, e l’impressione è che talvolta non gli venga fornita neanche l’opportunità di sapere che a pochi minuti di cammino dal luogo di arrivo, esiste un sistema museale di valore da visitare, e un centro storico da scoprire. La stessa cartellonistica (pur limitata alle chiese) esplicativa all’esterno di alcuni punti di interesse turistico, necessiterebbe di rimodernamento e probabilmente di un ampliamento, così come la possibilità di reperire piccole guide cartacee della città, anche semplici piantine, ad oggi quasi introvabili”.
“Altro progetto ampiamente discusso, che mi auguro possa essere attivato a breve, è quello dell’inserimento di un biglietto unico per il sistema museale cittadino: favorirebbe la visione dei tre musei principali, di indubbio e conclamato valore, e aiuterebbe il Museo di Arte Sacra ad essere maggiormente visitato, considerata l’attenzione maggiore che negli ultimi anni hanno raccolto il Cassero per la Scultura e il Museo Paleontologico rimodernato. Sarà un problema dovuto alla posizione un po’ nascosta, o alle aperture purtroppo limitate al sabato e alla domenica per mancanza di volontari, ma questo museo dove faccio volontariato da 16 anni contiene le opere più importanti dell’identità cittadina, e non mi riferisco soltanto al Tempietto Robbiano. Sicuramente, promuovere una terza apertura settimanale al giovedì (giorno di mercato), come peraltro avveniva fino a qualche tempo fa, potrebbe aiutare ad aumentarne le visite, soprattutto d’estate quando tanti turisti che soggiornano negli agriturismi limitrofi scendono in città”.
Il tema del centro storico montevarchino è stato al centro di numerose discussioni e proposte all’interno della recente campagna elettorale: l’immagine di un’area cittadina da rivalutare e valorizzare è oramai nitida nell’immaginazione o nelle prospettive di ogni cittadino, per questo gli accorgimenti non dovrebbero fermarsi qui. Altri temi fondamentali sono quelli che riguardano vivibilità, degrado e pedonalizzazione delle strade centrali.
“L’ordinanza anti degrado del centro, che ha recentemente favorito copiose polemiche” – e che in realtà faceva riferimento ad una campagna informativa sul decoro di prossima attuazione– “appare a mio avviso realistica e necessaria. Certe zone -sedi di musei come il Cassero se si pensa a Piazza Vittorio Veneto- necessitano di una regolarizzazione diversa in materia di rispetto del cittadino o dell’eventuale turista: non ho mai visto, per esempio, giocare a pallone in Piazza della Signoria a Firenze. Lo stesso vale per il controllo attraverso le telecamere della sporcizia e degli ingombranti lasciati per giorni nelle strade del centro: una campagna che favorisca maggior cura dell’area principale cittadina è indubbiamente importante; se per questa sono necessari controlli elettronici o una maggiore presenza dei vigili urbani, la cosa potrebbe essere favorita anche dallo spazio limitato del centro stesso, facile da monitorare”.
“Rispetto all’apertura mattutina alle auto, invece, sono totalmente in disaccordo: molto meglio sarebbe cambiare la viabilità per favorire l’arrivo e l’uscita verso il centro, magari ampliando il numero dei parcheggi nelle zone limitrofe laddove è possibile, ma evitando che per molte ore della giornata il centro storico diventi un parcheggio per le auto in transito: vedere Piazza Varchi ridotta ad un parcheggio la mattina non fa bene né ai cittadini né agli eventuali turisti. Inoltre, diciamoci la verità: camminare in una strada principale facendo attenzione a schivare il passaggio delle auto, non ti permette sicuramente di goderti le bellezze locali o i palazzi signorili presenti; e mi domando quanto possa far piacere alla clientela di quelle attività che pagano il suolo pubblico per offrire tavolini all’aperto, il passaggio continuo di auto. Inoltre in tutta Italia, e anche nei borghi più piccoli, la tendenza recente è quella di pedonalizzare, non di aprire al traffico le strade centrali”.
Le proposte costruttive di Carolina Rindi, non sembrano discostarsi troppo rispetto ai progetti che il neo Assessore alla Cultura Maura Isetto ci aveva esposto qualche settimana fa , in materia di cultura e promozione del territorio.
Quello che emerge dalle sue parole, e che ci testimonia in conclusione, è la necessità di un ampliamento della cosiddetta “mentalità turistica” cittadina: creando occasioni e strutture atte a valorizzare le eccellenze artistiche montevarchine, da mettere in rete dapprima fra sé (sfruttando le strutture già esistenti) e in seguito con il sistema turistico valdarnese, per rendere ancora più appetibile la nostra valle dal punto di vista di eventuali nuovi visitatori.