24, Aprile, 2024

Giorno della Memoria: la ricerca di Antonio Losi sui deportati valdarnesi nei campi di concentramento nazisti

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La mostra sarà inaugurata sabato 25 gennaio alle 16 presso la Ginestra, a Montevarchi, con lo scopo di ricordare e preservare la memoria dei deportati militari del Valdarno aretino

Centinaia di volti compongono un mosaico in bianco e nero alla biblioteca la Ginestra: si tratta della ricerca condotta da Antonio Losi sui deportati militari valdarnesi, riuniti in un quadro che parte dal 1943 fino al 1945. Losi, grazie al progetto LARAN, è riuscito a raccogliere 296 nomi di sopravvissuti e deceduti tutti all'interno della mostra.

"La mostra è realizzata in tre sezioni con foto e didascalie – spiega Losi – nella prima viene raccontato il percorso storico e il perché da alleati della Germania dopo il 1943 abbiamo avuto 660mila soldati deportati in campi di prigionia; la seconda è un estratto di un diario fotografico di Vittorio Vialli con foto scattate durante i due anni di prigionia. Delle più di trecento foto, ne ho scelte quaranta per spiegare come si svolgeva la vita all'interno del campo; la terza, infine, è la raccolta di quasi trecento nominativi di soldati italiani nati nei comuni del Valdarno, rilevati sugli archivi nazionali ed esteri, che furono deportati nei campi di concentramento nazisti".

 

 

"È stato un percorso complesso, che ha portato molti frutti, anche se purtroppo non potrà mai essere completo al 100% – prosegue Losi – io sono stato soltanto uno strumento che ha saputo viaggiare tra i vari archivi con la pazienza di prendere, da un contenitore pieno di nomi senza elenchi o indici, questi nominativi e ordinarli in forma testuale per: nome, data di nascita, comune di appartenenza e dov'è stato possibile il grado, il reparto di appartenenza, il giorno e il luogo di cattura, il campo dove è stato deportato. Ho tenuto sotto controllo i monumenti ai caduti nei vari paesi e mi sono mosso tra gli archivi digitali tedeschi, italiani e sovietici".

 

 

"Ci sono state tantissime storie che mi hanno colpito durante la mia ricerca – afferma Losi – una in particolare riguarda gli spostamenti di soldati italiani imprigionati dal Dodecaneso, soldati che venivano stipati come bestie nelle stive delle navi, ecco tra questi sembra vi fosse anche un valdarnese che con altri 1860 italiani subì un durissimo viaggio, dove vi furono persino attacchi aerei di inglesi e americani che, non colpirono la nave, ma la fecero rollare. Questo causò un tentativo di insubordinazione degli italiani a cui i tedeschi risposero causando una carneficina. Solo in seicento si salvarono e una volta giunti a Creta i tedeschi per rappresaglia verso i loro compagni caduti ne presero trecento e li fucilarono. È uno degli eccidi nascosti della seconda guerra mondiale e uno dei tanti episodi in cui mi soffermo a pensare cosa avranno provato quei ragazzi durante quelle spaventose giornate."

 

 

"Penso che quei 660mila soldati italiani che si rifiutarono di combattere per la Repubblica Sociale Italiana fecero uno dei più grandi atti di resistenza al nazifascismo – conclude Losi – hanno avuto il coraggio di dire no a tutti gli agi che venivano promessi in caso tornassero a combattere per la Repubblica Sociale Italiana, tra questi 296 erano del Valdarno, ed ecco perché onorare quel coraggio attraverso questa mostra la considero una bellissima iniziativa".

La mostra "KL Koncentration Lager 1943-1945" rimarrà aperta per una settimana nei locali della Ginestra, gestita dal personale della biblioteca e aperta al pubblico. Un incontro tra storia, memoria, sentimenti, per non dimenticare quanto accaduto.

 

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