Oggi, 7 aprile, il mondo celebra la 75esima Giornata Mondiale della Salute: una giornata istituita nel 1948 durante la prima Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per promuovere la sensibilizzazione sulla salute e il benessere a livello mondiale. E proprio in occasione di questa giornata, il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini ha deciso di incontrare i rappresentanti sindacali delle categorie che operano nel mondo della sanità, a livello locale e regionale: un tavolo di confronto per fare il punto della situazione e mettere in luce le criticità attuali.
“Questa è una giornata importante – ha spiegato Chiassai – e abbiamo deciso di fare il punto sulla sanità regionale anche alla luce delle ultime sollecitazioni arrivate, a partire dalla lettera dei 288 medici dei pronto soccorso che minacciavano le dimissioni, fino a quelle degli OSS che riguardano il concorso d’urgenza del 2021 dal quale sono stati assunti solo il 10% degli idonei. Ma i problemi per la sanità toscana arrivano dalla riforma delle tre mega-Asl voluta dall’allora presidente Rossi: da 7 anni tutto è peggiorato. Tempi di attesa più lunghi; professionisti che mancano; medici, infermieri e operatori sociosanitari che abbandonano il pubblico per andare nel privato; un buco di bilancio di circa 500 milioni di euro in Toscana”.
“I professionisti – ha continuato il sindaco – pongono legittime domande, e servono risposte. Il Governo ha mosso una prima azione concreta, con la programmazione anche di investimenti futuri sostanziosi; e per la Toscana arriveranno 208 milioni di euro in payback, che probabilmente salveranno il bilancio regionale. Ma qui manca una programmazione, una volontà politica chiara per rafforzare il sistema sanitario regionale; anzi, si assiste a un lento e silenzioso depotenziamento delle strutture ospedaliere. Chiediamo alla Regione di reinvestire sul personale, con assunzioni a tempo indeterminato, smettendo di svuotare gli ospedali”.
Chiassai ha fatto riferimento anche alla Gruccia: “Durante la campagna elettorale per le regionali fu decretato ospedale di primo livello: da allora, non solo non si è visto arrivare né risorse economiche, né personale, né programmazione adeguati a questo livello; ma addirittura abbiamo visto un lento e inesorabile depotenziamento, e adesso si parla addirittura di chiudere il reparto di psichiatria. Senza contare il pesante carico di lavoro che il pronto soccorso si è trovato a gestire dopo la chiusura di quello del Serristori. Insomma, c’è bisogno che la politica abbia un atteggiamento serio sulla sanità: ci dica se vuole risollevare la sanità toscana, o se intende continuare a creare difficoltà ai cittadini, maggiormente a quelli più in difficoltà”.
Al tavolo con Chiassai, Claudio Cullurà (Nursind Arezzo); Marcello Ricci (Uil Fpl Arezzo); Silvia Russo (Cisl Arezzo); e Anna Cavalli (Comitato OSS 2021). Ciascuno di loro ha raccontato i problemi che gli operatori del mondo della sanità si trovano ad affrontare quotidianamente, lamentando le difficoltà di lavorare in condizioni spesso complesse, che si ripercuotono sul servizio offerto al cittadino.