06, Luglio, 2024

Fimer, incontro nello stabilimento e assemblea. “Noi diciamo basta, chi deve scegliere scelga”.

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Lavoratori, sindacati, istituzioni sono ormai stanchi. In coro dicono “ora basta. questa azienda non può più aspettare altro tempo”. Ed è questo che è stato detto al rappresentante del nuovo Consiglio di amministrazione della Fimer spa nell’incontro tenutosi nello stabilimento di Terranuova. Presenti il consigliere per il lavoro del presidente della Regione Eugenio Giani, Valerio Fabiani, il sindaco di Terranuova, Sergio Chienni, i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Subito dopo davanti ai cancelli dell’azienda si è tenuta l’assemblea con i lavoratori. Il 28 aprile i proprietari della società dovranno dire al giudice del Tribunale di Arezzo quale offerta, tra le due pervenute, è stata scelta per salvare la Fimer. Si tratta di quella della Clementy Group, che “investe in situazioni speciali principalmente nell’Unione Europea”, e di quella della Grybull, “una società di investimento privata specializzata in investimenti a medio e lungo termine in società con sede nel Regno Unito”.

Le organizzazioni sindacali, intanto, hanno allestito un presidio domani proprio davanti al Tribunale, venerdì poi 8 ore di sciopero e di nuovo presidio ad Arezzo. C’è poi la possibilità di uno sciopero ad oltranza. Il rischio, se la situazione non si sblocca e non arriva liquidità, è il fallimento.

Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: “L’azienda ha evidenziato la possibilità di prendere ulteriori giorni per eventuali approfondimenti ma noi abbiamo voluto mettere un solco invalicabile, il 5 maggio, su cui l’azienda si è impegnata e noi vigileremo perchè l’impegno venga rispettato: non c’è più tempo a disposizione. Oggi è stato fondamentale ricevere la rassicurazione sul pagamento degli stipendi, però sappiamo bene che ci sono stati problemi nel pagamento dei fornitori, dell’indotto. La vertenza va avanti da troppo tempo e vale la pena ricordare che si tratta di un’azienda che opera in un com parto di grande crescita e interesse dal punto di vista del mercato. Questo paradosso deve essere superato al più presto”.

“Fin qui i lavoratori e le istituzioni hanno avuto un atteggiamento serio e anche composto però poi la pazienza ha un limite”. L’opzione del Tribunale: “Il giudice sa fare benissimo il proprio lavoro. Mi sento di esprimere una preoccupazione: il timore è che prima o poi la vicenda precipiti verso un fallimento. Questo è l’elemento che ci spinge a dire ‘diamoci una tempistica certa e facciamo bene ma facciamo anche presto”.

Ilaria Paoletti, Fim Cisl: “L’azienda stamani si è presentata con un componente del nuovo Consiglio di amministrazione, un ingegnere che si è fatto portavoce di quella che è attualmente la situazione che sta vivendo l’azienda. Abbiamo chiesto se il nuovo CdA fosse legittimato e quindi in carica e ci è stato rassicurato che sarà questione di ore e che risulterà anche da visura camerale. La prima cosa che faremo come organizzazioni sindacali è verificare. Chi rappresenta il CdA ci ha detto che attualmente ci sono due offerte da valutare e che il Tribunale, alla luce anche delle vicende di discussione tra proprietà e vecchio Consiglio di amministrazione, ha dato sette giorni di tempo, dal 21 al 28 aprile, perchè il CdA si esprima su una delle due offerte. Non ne conosciamo il contenuto nè tantomeno l’apporto di liquidità e i nominativi. Abbiamo ribadito, però, che per noi è prioritaria la salvaguardia dell’occupazione e che ci sia il mantenimento degli stabilimenti e il CdA ci ha garantito che all’interno di entrambe le offerte sono previste la salvaguardia dell’occupazione e il mantenimento dello stabilimento. Ma quale sia il tema principale che stanno continuando a negoziare in questo momento i proprietari e CdA, che potrebbe far pendere l’ago della bilancia sull’una o sull’altra offerta, non ci è dato sapere. Per cui noi come organizzazioni sindacali abbiamo deciso che domani faremo un presidio sotto il Tribunale, il 28 proclamiamo sciopero di 8 ore per andare sempre davanti al Tribunale perchè se ci sono due offerte ne scelgano una: da lì passa la soluzione per risollevare questo stabilimento e farlo uscire dalla crisi”.

“Com Fim Cisl io ho chiesto solo una cosa: devono scegliere un’offerta. Quello che rappresentato il CdA dice che ne sono consapevoli, che non ci sono alternative e che dovranno scegliere un’offerta. Non ci sono più soldi: la general finance, la finanza d’urgenza che ci permetteva di acquistare materiali e quant’altro, in questo momento è stata sospesa. C’è un’offerta, scegliete un’offerta perchè non voglio che con il gioco della tempistica il rimandare sia la condizione da una parte per sbloccare general finance e continuare a produrre e dall’altra prendere tempo per non accettare l’offerta. Si rischia un fallimento. In questo momento ci sono 280 persone che cercano di mantenere l’azienda su un equilibrio sottilissimo. Tutti hanno lottato fino a oggi: se non si sblocca la situazione sarà davvero complicato, già dalla prossima settimana, capire se lavoreremo”.

Alessandro Tracchi, segretario provinciale di Arezzo Cgil: “I due fondi sono uno che si era avvicinato già qualche tempo fa, Clementy, e l’altro è quello che alcuni fanno risalire direttamente a McLaren, Greybull, che avrebbero presentato un’offerta esclusiva vincolante. Sono entrambi affidabili ma ci piacerebbe discuterne con loro. Per noi sono affidabili tutti quelli che garantiscono le priorità da portare avanti: la continuità dello stabilimento che darà garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, soddisfazione dei creditori, e parte di questi sono gli stessi lavoratori che vantano crediti di elementi contributivi congelati un anno e mezzo fa, e la prospettiva dello stabilimento. E’ evidente che intervenga un soggetto che ha liquidità per ridare a questa azienda, a questi lavoratori e alle loro famiglie un futuro. Siamo in un’azienda che produce inverter fotovoltaici, siamo nella transizione ecologica. Qui abbiamo ancora portafoglio ordini clienti, competenze non si capisce perchè siamo ancora dietro a scegliere l’investitore. L’investitore è solo uno è quello che garantisce i livelli occupazionali, il rientro per i creditori e la continuità dello stabilimento non ci possono essere altre considerazioni da fare. Il tempo per noi scade il 28 aprile: siamo stanchi di avere tempi diversi che vengono riproposti. Noi porteremo presso il Tribunale di Arezzo la nostra istanza. Per noi il tempo è scaduto.Non abbiamo altro tempo, si sta spegnendo l’azienda, i lavoratori sono stanchi e non si meritano questo trattamento. Se l’azienda è in concordato non è un problema dei lavoratori. Siamo pronti a fare anche sciopero ad oltranza. Noi diremo basta, chi deve scegliere scelga”.

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