Dopo l’incontro di venerdì 10 giugno, in modalità remoto, richiesto dalle organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-uil, RSU, con Fimer, Regione Toscana e amministrazione comunale di Terranuova, per raggiungere un accordo sindacale che possa prorogare l’ammortizzatore sociale, scaduto l’8 giugno, si è verificata una spaccatura tra i sindacati. Fiom Cgil interviene spiegando il proprio ‘sì’ alla proroga del contratto di solidarietà, firmato insieme alla Uilm Uil. “Lo spirito che ha animato ogni nostra azione sindacale, nel corso di tutta la discussione protrattasi per più giorni in sede aziendale, è stato sempre solo ed esclusivamente uno: dotare i lavoratori e le loro famiglie della copertura dell’ammortizzatore sociale migliore possibile nel contesto dato e il più resistente possibile nei vari ipotetici scenari (approvazione del Concordato, amministrazione straordinaria, fallimento) che potrebbero prefigurarsi alla scadenza del termine della proroga concessa dal Tribunale all’azienda”.
“Teniamo a precisare, che la solidarietà è l’unico strumento tra gli ammortizzatori sociali che ha come requisito fondamentale l’accordo sindacale e che prevede per legge un minimo di ore (10%) che debbano essere obbligatoriamente lavorate. A fronte della discussione con l’azienda abbiamo sancito nel verbale di accordo, che la percentuale minima delle ore garantite lavorabili sia del 20% oltre che l’anticipo da parte dell’azienda ai lavoratori, del trattamento economico del CDS alle normali scadenze di paga. Aspetto quest’ultimo non secondario, dato che come tutti purtroppo sanno, i tempi tecnici di pagamento dell’Inps non sono brevi”.
“Nel caso in cui nessuna Organizzazione sindacale si fosse resa disponibile a sottoscrivere l’accordo di proroga del CDS, l’azienda avrebbe potuto tranquillamente decidere di adottare un altro strumento di ammortizzatore sociale ministeriale, che non prevede accordo con le OO.SS. e che avrebbe consentito (nell’ottica della massima riduzione delle uscite) alla stessa, di poter tenere gran parte delle maestranze a zero ore lavorative, con il concreto rischio di non avere garantito l’anticipo del trattamento economico. Appare evidente che nel bilancio di una famiglia alla fine del mese avere l’anticipo del trattamento economico sia di vitale importanza e riteniamo che non occorra essere dei brillanti matematici per affermare che tra essere collocato fisso in cassa integrazione o lavorare almeno il 20% delle ore lavorabili ci sia un’enorme differenza per un lavoratore salariato che per vivere deve lavorare. Consapevoli dei rischi che con il nostro operato, avremmo potuto far correre ai lavoratori della Fimer e alle loro famiglie, come Fiom-Cgil ci siamo assunti la responsabilità di sottoscrivere l’accordo di proroga del Contratto Di Solidarietà. Se tale scelta è da considerarsi una colpa, ebbene siamo colpevoli e lo rivendichiamo a testa alta. A nostro avviso le battaglie e gli scontri con l’azienda devono avvenire nelle sedi opportune, siano esse sedi aziendali, istituzionali, piuttosto che in tutte le iniziative di mobilitazione che abbiamo sempre promosso finora e che promuoveremo in seguito. Riteniamo un errore enorme mischiare le sedi nelle quali scontrarsi con un’azienda alla quale, non abbiamo mai fatto sconti e sul cui operato e affidabilità, non abbiamo mai perso occasione di esternare pubblicamente tutta la nostra contrarietà”.
“Perché una cosa sono i legittimi e doverosi scontri sindacali con l’azienda, cosa del tutto diversa invece, è la garanzia della tutela di sussistenza economica delle persone che rappresentiamo e delle loro famiglie. Tali argomenti non possono e non devono assolutamente mai diventare terreni di scontro quando nel mezzo ci sono le persone. Riteniamo inoltre, la rottura dell’unità sindacale su questo argomento, una sciagura che non porta altro risultato se non quello di indebolire il fronte sindacale nel momento più drammatico di questa lunga vertenza, che ci ha visti sempre compatti con l’apporto delle istituzioni a tutti i livelli. Le scelte, quando si tratta di autonomia sindacale sono sempre assolutamente legittime, e pertanto noi rispettiamo le decisioni che altre sigle sindacali hanno compiuto, ma allo stesso tempo non possiamo esimerci dall’esprimere tutta la nostra amarezza e che non le condividiamo”.