Nella fattoria terapeutica di Castelfranco si è svolto il progetto IRIFoR con il Centro di Consulenza Tiflodidattica. Una opportunità in più, per questi bambini, per stare all’aperto dopo il lockdown
Due giornate nella natura, accarezzando gli animali, giocando e vivendo emozioni forti. Otto bambini e ragazzi con disabilità visive, grazie all’I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) hanno vissuto delle ore speciali nel centro socio-educativo di Castelfranco di Antropozoa, associazione che da oltre 20 anni è impegnata nella pet therapy. Nella fattoria terapeutica i bambini e i ragazzi, dopo mesi trascorsi in casa, hanno avuto un’opportunità di libertà, svago e di socialità speciale.
Francesca Mugnai e Alexis Gerakis insieme alla collega Valentina Lascialfari, educatori e professionisti di Antropozoa nella relazione uomo-animale e nella pet therapy, li hanno accolti e accompagnati nella fattoria terapeutica nella conoscenza di cani, asini e cavalli. Grazie alla presenza degli animali, supportati dal team e da Elisabetta Franchi, tiflologa responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica regionale della Biblioteca Italiana Ciechi “Regina Margherita ”di Firenze insieme alla collega Viola Nucci, i ragazzi hanno potuto sperimentare nuove percezioni, scoprire gesti, modalità di interazione e anche vincere i loro timori.
“Il nostro centro socioeducativo – spiega la dottoressa Francesca Mugnai – è immerso nella natura intesa come 'spazio fisico' pieno di stimoli e di occasioni, sicuro e lontano da rumori che infastidiscono e distraggono. È un luogo di lavoro e di crescita personale, tanto più in questo momento storico che segue un periodo di isolamento e chiusura forzata. Gli animali fungono da mediatori e facilitatori: danno ai bambini e ai ragazzi fiducia, migliorano il rapporto con se stessi e con gli altri, supportano la relazione e permettono loro di esprimere le proprie emozioni”.
La visita alla fattoria socio-educativa di Antropozoa è stata rivolta a un primo gruppo di bambini e ragazzi con disabilità complessa e a un secondo gruppo di piccoli non vedenti della scuola dell’infanzia e del primo anno della scuola primaria. Il progetto nasce dalla consapevolezza che le misure di chiusura e distanziamento legate al Covid hanno provocato nei bambini e negli adolescenti ciechi, ipovedenti e con minorazioni aggiuntive un isolamento preoccupante e spesso demotivante. Oltre alla scuola e alla quotidianità, sono stati privati della loro routine quotidiana che comprendeva occasioni significative di socializzazione, di movimento, di esperienza.
Il progetto ha dunque proposto attività integrative per riallacciare le relazioni tra pari e recuperare la socialità. Grazie al rapporto con gli animali, i partecipanti hanno potuto potenziare l’interazione e la comunicazione, la curiosità e la motivazione nel conoscere e sperimentare, stimolare i canali sensoriali, testare l’autonomia e la partecipazione propositiva, rielaborare e riflettere sulle esperienze personali e condivise.