Enzo Ruscitti abita a Gaville e fa parte del Museo della civiltà contadina. Realizza cesti di ogni tipo dagli anni ’80 e insegna ai ragazzi l’importanza del ‘riuso’
Laureato in lettere e filosofia, ferroviere, Enzo Ruscitti, socio della Casa della civiltà contadina di Gaville, negli anni '80 ha abbracciato la passione per i lavori manuali e artigianali. Carpendo qualche nozione dal padre, prima, e dagli artigiani, poi, e avvalendosi di tanta creatività ha iniziato a creare cesti. Non solo. Il suo impegno e la sua competenza viene messa a disposizione dei più giovani: per questo si reca nelle scuole per spiegare l'arte della manualità e nelle manifestazioni, come Autumnia a Figline o la Fiera di Gaville, insegna a realizzare i cesti. E soprattutto spiega l'importanza del 'riuso'.
"Ho cominciato a fare qualcosa di manuale dai primi anni '80 sulla scia di quanto vedevo fare da mio padre quando ero bambino. Ho cominciato da lì. Poi per passione ho iniziato a insegnare l'arte ai bambini delle scuole. Lo spirito con il quale faccio tutto questo è quello di recuperare le nostre radici, attraverso la manualità, che stiamo perdendo".
"I bambini, per esempio, gradiscono molto, hanno voglia di lavorare con le mani. E la gente ha iniziato, per esempio, ad aggiustarsi gli oggetti invece di gettarli via. L'usa e getta sta tornando a essere una cosa assurda. Andrebbe cambiata la mentalità e tornare all'usa, riusa e mantieni. Sarebbe molto producente".
Enzo Ruscitti, continua a raccontare la propria storia: "Facevo il ferroviere e avevo un laboratorio di pelle e cuoio in una comunità. Ho cominciato da lì. Ho scoperto la passione di fare cesti da un contadino e ho cominciato a realizzarli copiando anche qualche tecnica nelle cesterie allora ancora aperte. Una volta imparato il resto si inventa".
Ma come nasce un cesto e quali sono i materiali usati? "Principalmente uso il midollino, una pianta tipo canna di bambù che ha un'anima legnosa e che si presta molto. Vengono ricavate varie pezzature e poi messe a bagno: così si ammorbidiscono, diventano flessibili per essere lavorate bene. Nella nostra zona c'è molto materiale da poter utilizzare: dal salice al giunco di fosso, dalla canna spaccata al castagno fino al nocciolo e alla ginestra".
"Quando insegno ai bambini loro si divertono molto – continua Enzo Ruscitti – Non hanno più l'abitudine di lavorare con le mani e ne sentono l'esigenza. Questo tipo di lavoro aiuta molto la loro concentrazione: quando vedono il prodotto finito dopo la lavorazione sono felici. I lavori pratici sono essenziali".
"C'è la necessità di cambiare mentalità sull'usa e getta. Dovremmo invece tornare a riusare ciò che abbiamo attraverso la manualità. La Terra che abbiamo è solo questa e noi la stiamo consumando".