È in vigore da ieri, 8 novembre, il nuovo protocollo stilato dal Ministero dell’istruzione con l’obiettivo di ridurre al minimo il ricorso alla didattica a distanza, nell’eventualità di casi positivi nella classe. In sostanza, nelle scuole primarie, medie e superiori la quarantena scatterà in automatico solo in base a un piccolo focolaio con 3 casi positivi nella stessa classe. In presenza di un solo caso positivo, i compagni di classe faranno un test antigenico subito, e se il risultato è negativo si potrà rientrare a scuola; un altro tampone sarà eseguito dopo 5 giorni. E ancora: nel caso di due positivi in classe, i ragazzi vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena; nel caso di tre positivi andrà in quarantena tutta la classe.
Un nuovo protocollo che comporta però la necessità di avere tamponi disponibili in fretta, altrimenti diventa impossibile seguire le procedure. E proprio per questo la Regione Toscana si sta attrezzando: questa mattina il presidente Giani ha scritto che “È in corso di attuazione il piano per accelerare i test antigenici alle ragazze, ragazzi e personale scolastico e snellire così i tempi delle procedure garantendo nessuna perdita di giorni di scuola”.
Troppo tardi, però, secondo il comitato “Priorità alla Scuola Firenze”, che in una nota commenta: “Al secondo giorno di applicazione del nuovo Protocollo, è evidente che l’Assessorato alla Sanità della Regione Toscana si è fatto trovare impreparato ai nuovi impegni imposti da un accordo che la Regione Toscana peraltro ha sottoscritto dopo quasi un mese di negoziati e dunque non arriva inaspettato. […] L’Assessorato regionale alla Salute non ha ancora organizzato una corsia preferenziale per i compagni di classe dei positivi, che devono essere controllati subito e di nuovo dopo 5 giorni. Delle diverse ipotesi (dagli hub ad hoc a quella di bonus tampone che assicuri a ragazzi e insegnanti l’accesso rapido e gratuito ai test nelle farmacie, nei drive through o dai pediatri) nessuna è ancora stata realizzata, lasciando le scuole e i dirigenti scolastici nella condizione di potere solo rispondere alle proteste dei genitori e degli studenti che si trovano in quarantena nonostante la nuova legge dello Stato preveda la loro permanenza a scuola”.