Il grido d’allarme di Confartigianato Valdarno riguarda il comparto della moda e del tessile, che rischia di pagare un prezzo pesante con la contrazione dell’export e quella dell’approvvigionamento di materia prima. Nell’area fiorentina, Confesercenti sottolinea i danni in termini di flussi turistici e commercio
Arriva da Confartigianato Valdarno il grido d'allarme per le possibili conseguenze dell'emergenza coronavirus sul comparto della moda e del tessile. A spiegare la situazione è il responsabile dell'associazione di categoria Maurizio Baldi: "Il distretto del tessile e dell'abbigliamento in Valdarno, con le sue quasi 2mila aziende artigiane che danno lavoro a 14mila addetti, tra aziende specializzate e indotto, è tra i più importanti in Italia. E quindi è tra i più a rischio di contagio da Corona-virus".
"Non dal punto di vista sanitario – precisa Baldi – ma per il progressivo blocco dei mercati sia in entrata che in uscita". Lo scenario è definito "più che preoccupante, anzi, ai limiti del drammatico" dal responsabile di zona di Confartigianato: "Noi siamo un distretto che opera nella manifattura: di fatto importiamo gran parte della materia prima da lavorare e poi la riesportiamo lavorata con la grandissima qualità del made in Italy. Quindi in questo periodo sta diventano sempre più difficile non solo l’esportazione dei nostri prodotti, soprattutto verso tutta l’area, importantissima, del Sud-est asiatico, ma anche, a causa del complessivo blocco dei mercati, l’approvvigionamento dei materiali da lavorazione".
Non solo: all’impatto negativo diretto dovuto agli scambi in calo con il gigante asiatico, si somma quello indiretto legato al rallentamento dell’economia mondiale. "Si fanno meno affari con la Cina ma si fanno meno affari anche con quei Paesi le cui economie vengono colpite dall’effetto virus – spiega Baldi – la misura del danno dipenderà ovviamente anche da quanto tempo ci vorrà per tornare a una situazione normale. Non c’è ovviamente solo il tessile e la moda in difficoltà, sono diversi i settori produttivi e dei servizi che rischiano di subire un impatto pesante. Ma proprio a partire dal pianeta moda, tessile, abbigliamento e calzature del Valdarno: se il blocco del mercato in Cina dovesse prolungarsi fino a marzo o aprile le conseguenze saranno molto, molto pesanti".
Grande preoccupazione, invece, per Confesercenti Firenze per le conseguenze nel mondo commercio, turismo, ristorazione in città e nel territorio metropolitano. "Un problema – afferma Claudio Bianchi, Presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze –che non riguarda solo le cosiddette zone rosse, ma l’intero tessuto commerciale e ricettivo del Paese; ed il turismo sta già scontando l’impatto dell’emergenza Coronavirus. Per questo, come Confesercenti Firenze abbiamo chiesto al Sindaco della Città Metropolitana la costituzione di un tavolo di crisi per monitorare la situazione di difficoltà delle imprese e sostenere alcune richieste nei confronti del Governo. Sul fronte turismo – conclude – stiamo assistendo al fenomeno delle disdette che è in forte crescita, anche a fronte delle prenotazioni per i prossimi mesi".