05, Maggio, 2024

Con le ciaspole fino alla croce del Pratomagno. Una domenica alla riscoperta della montagna

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Due ore e mezzo di salita, l’ultimo tratto con le ciaspole ai piedi. Due ragazzi di Montevarchi hanno raggiunto ieri la cima del Pratomagno: come loro, una decina di persone. Ecco com’è la situazione per salire alla Croce che domina il Valdarno

Neve a perdita d'occhio e un paesaggio da cartolina: alla Croce del Pratomagno vale la pena arrivarci anche solo per questo. Impresa tutt'altro che facile, comunque: bisogna armarsi di pazienza, una certa preparazione fisica, e ciaspole. Perché l'ultimo tratto, dopo le nevicate di questi giorni, non è percorribile senza le racchette da neve ai piedi. 

Ieri ci hanno provato due ragazzi di Montevarchi, Giulio e Serena. Non si sono trovati da soli: in cima alla Croce hanno incontrato una decina di avventurosi. Cinque che arrivavano dal versante del Valdarno, sei che invece avevano iniziato la salita dal Casentino. E che hanno raggiunto l'agognata meta. 

Ci vogliono due ore e mezzo di salita a piedi, lasciando l'auto nelle frazioni montane di Loro Ciuffenna. Le strade asfaltate fino alla Rocca e alla Trappola, punti di partenza per le passeggiate, sono perfettamente pulite e sicure per la percorrenza in auto. I due ragazzi hanno affrontato il sentiero 21 (Rocca Ricciarda – Croce): "Bellissimo e innevato per tutto il suo percorso. Dalla Panoramica alla Croce sono necessarie in alcuni punti le ciaspole. Il percorso è lungo 3,2 km, con un dislivello di 690 metri, da 900 a 1590, di altitudine: ci vogliono 2 ore e 30 minuti in salita e 1 ora e 30 in discesa". 


"La neve non manca: a 900 metri di altitudine ci sono circa 10 centimetri, che salgono a 40-50 quando si arriva a 1300 metri, fino ad arrivare ad un manto di oltre 70 centimetri sopra i 1400 metri di altitudine", racconta Giulio. "La strada panoramica del Pratomagno nella parte alta ha 40-50 centimetri di neve, e non c'è neanche una traccia di gomme da auto". 

La natura è la protagonista assoluta sul Pratomagno imbiancato. "In vetta, sulla croce e sulle steccionate, ci sono delle vere e proprie 'sculture' create dal vento, che ha modellato la neve e il ghiaccio: il punto più particolare è sicuramente l'interno della croce". E le foto, è proprio il caso di dirlo, parlano da sole. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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