Nel consiglio comunale di ieri discussa la petizione popolare sul centro culturale islamico, fatta propria dal consigliere Naimi. Dibattito acceso, ma nessuna decisione presa. La sindaca Mugnai: “Ho già incontrato alcuni firmatari della petizione. Necessario far convivere le comunità”. Apertura alla proposta di Renzi di individuare nel nuovo Piano Strutturale eventuali spazi per luoghi di culto
La petizione popolare sullo spostamento del centro culturale islamico approda in consiglio comunale e si accende la discussione. Sono 163 cittadini che, dopo aver già presentato una lettera a dicembre, hanno chiesto all’amministrazione lo scorso aprile di essere ascoltati, e una nuova missiva è stata inviata a giugno. Informati anche il prefetto e la Procura: al centro del dibattito lo spostamento del centro culturale arabo di via Castelguinelli, in un altro immobile nella stessa via di quello attuale. Un centro che avrebbe però la funzione anche di moschea secondo i cittadini, alla luce di alcuni manifesti esposti dalla comunità per il finanziamento dell’acquisto dell’immobile.
La petizione è stata fatta propria e presentata in consiglio comunale da Lorenzo Naimi, capogruppo del Movimento 5 Stelle che ha sottolineato: “Personalmente nutro grandissimo rispetto per comunità islamica che è parte integrante del nostro comune. Ma ho lo stesso rispetto per la nostra comunità e per le nostre leggi: ritengo assurdo che i cittadini debbano rivolgersi alla Prefettura e alla Procura della Repubblica per essere ascoltati e che siano passati sei mesi di tempo dalla loro prima richiesta. Chiedo per questo un consiglio comunale aperto a settembre per discutere approfonditamente della questione”.
Roberto Renzi, di Forza Italia, ha sottolineato che “queste persone, al pari di tutte le altre, hanno pieno diritto ad avere un luogo di culto, ma nel piano strutturale non è indicata nessuna area di questo tipo. Il luogo di cui si parla nei manifesti, in via Castelguinelli, non mi pare adatto. Oltretutto è necessario evitare, secondo me, che si formi un ghetto in quella zona, perché l’integrazione passa anche dalla diffusione sul territorio. Per questo è fondamentale trovare una soluzione, nel rispetto delle leggi, e aprendo una discussione relativa al prossimo Piano strutturale”.
Un’apertura che ha trovato l’apprezzamento della sindaca Giulia Mugnai: “Ho già incontrato alcuni dei firmatari di questa petizione. Ritengo ragionevole la richiesta di Renzi di aprire una discussione in sede di redazione della nuova strumentazione urbanistica di un nuovo luogo di culto. Per quanto riguarda il centro culturale islamico attuale, presente in via Castelguinelli, sono state svolte verifiche e non sono state riscontrate irregolarità di nessuna natura. Al momento, però, non ci sono pervenuti progetti per un nuovo centro”.
Poi la discussione si è accesa con gli interventi di Francesca Farini, capogruppo del Pd, ma che ha parlato a titolo personale, e di Piero Caramello di Percorso Comune. Farini ha ricordato: “La Comunità Araba si ritrova da nove anni in uno stabile di via Castelguinelli, paga regolare affitto ad una persona di Figline, e ad oggi non si sono mai verificati fatti che mettessero a rischio l’incolumità pubblica. Faccio presente che ad oggi non c’è nessun progetto e che stiamo parlando al momento di una trattativa tra privati su un immobile. Mi chiedo quante volte il consiglio comunale sia intervenuto in una trattativa privata. Credo sia la prima volta ed è inaccettabile chiedere un consiglio comunale aperto su una trattativa tra privati. Se si fosse trattato di un’altra associazione, diversa da quella islamica, oggi saremmo qui a discuterne in assemblea? Non credo ”.
Stesso concetto ribadito da Piero Caramello con parole più dure: “A me sembra che stiamo discutendo al momento del nulla visto che si parla di una trattativa tra privati. Potremmo parlare del centro culturale islamico eventualmente quando sarà attivo, se sarà mai attivo. Per questo portare la questione in consiglio comunale in questa forma è sbagliato: quante volte ancora ci dovremo occupare di trattative private? La mia proposta è quella di una commissione speciale per seguire la situazione, ma non dal punto di vista tecnico e burocratico, per i quali ci sono già gli uffici preposti, ma dal punto di vista culturale e dell’integrazione della nostra comunità. Poi potremo fare anche un consiglio comunale aperto, se lo riteniamo opportuno, ma non a settembre quando non avremo nessun dato e non conosceremo nemmeno l’esito della trattativa”. Poco dopo, però, è scoppiato un battibecco tra Piero Caramello e Lorenzo Naimi. A quel punto il consiglio comunale è stato sospeso.
L'intervento conclusivo è stato del consigliere del Pd, Francesco Sottili che ha chiesto ad "ognuno di rivedere le proprie posizioni e di trovare modalità per giungere ad una soluzione condivisa. La strada è indicata anche dallo statuto del Comune". Ma sul piano strutturale non è convinto: "Come è emerso dalla discussione ci sono teorie diverse anche per la possibile collocazione della moschea. Sicuramente è necessario il confronto, ascoltando i cittadini. Ci vuole l'impegno di tutti, non a creare conflitti ma a ricucire le posizioni anche distanti e contrapposte".