Dal 5 settembre al 4 ottobre a Casa Masaccio tredici artisti si confrontano con la società. Avranno la possibilità di estendere l’invito anche ad altri artisti che utilizzano altri linguaggi
Prende il via sabato 5 settembre e continuerà fino al 4 ottobre "Casa Masaccio Open Space": tredici artisti dialogano e si confrontano con la società e la città avvalendosi anche di coloro che adottano altri linguaggi artistici.
Protagonisti saranno: Pierfrancesco Bigazzi, Giulia Efisi, Francesca es e Alberto Giuliani, Arbër Elezi, Maria Gartner, Naresh Kumar, Lori Lako, Gianluca Leonardi, Irene Lupi, Manuela Mancioppi, Gianluca Maver, Marco Pace, Luca Matti, Elisabetta Senesi, Jonida Xherri, Casey Welldon.
"Il progetto Casa Masaccio Open Space nasce da una collaborazione tra Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea e l’assessorato alle politiche giovanili del Comune di San Giovanni Valdarno e si presenta come un laboratorio per le arti contemporanee che offre ai partecipanti un'occasione di confronto e di indagine sul fare artistico sfruttando il DNA effimero e in continua mutazione di Casa Masaccio centro per l'arte contemporanea, da sempre connotato come uno spazio aperto alle contaminazione e alle sperimentazioni".
I tredici artisti selezionati, nati o formatesi professionalmente in Toscana oppure legati a San Giovanni magari per brevi periodi di residenza, trovano nel contesto della cittadina medievale uno spazio aperto all'incontro e allo sviluppo di teorie e diversi approcci metodologici. "Ai partecipanti è stata data la possibilità di estendere l'invito ad un’artista che utilizza altri linguaggi, poesia, cinema, musica, con il quale hanno un sentire comune, qualcuno che possa allargare lo sguardo sull'idea di produzione, non legandola solo all'aspetto propriamente estetico".
Coinvolta è tutta la città di San Giovanni e il primo spazio sarà Casa Masaccio, casa natale del famoso pittore, "epicentro di questo movimento centrifugo e critico non solo sul ruolo dell'artista nella società, ma anche dell’immagine storica e storicizzata del Museo per dare priorità alla socialità dell’arte".