09, Settembre, 2024

Bartolea caffè, chiuso un altro anno. I risultati del progetto presentati in un incontro pubblico

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Si tratta di un progetto che mette a disposizione pomeriggi di socializzazione e attività per persone con Alzheimer e per coloro che si prendono cura di loro. Progetto gratuito rivolto alle famiglie del Valdarno, che quest’anno si è ampliato grazie alla collaborazione del Cassero

Offrire ai malati di Alzheimer e ai loro familiari, e più in generale a chi si occupa di loro, occasioni di socializzazione e confronto. E' questo lo scopo del progetto Bartolea Caffè, giunto anche per quest'anno alla sua conclusione, i cui risultati saranno presentati giovedì 4 giugno al centro sociale polivalente La Bartolea di Montevarchi in un incontro pubblico con inizio alle ore 15.

Saranno illustrate tutte le iniziative svolte nel corso dell’anno e in particolare proprio i pomeriggi di socializzazione e attività per persone con Alzheimer e i loro caregiver. Durante l’incontro, a cui parteciperanno l’assessore alle politiche sociali di Montevarchi Giovanni Rossi e tutto lo staff che ha curato le varie iniziative svolte dal mese di settembre 2014 al mese di maggio 2015, verrà presentato anche uno specifico opuscolo riguardante proprio i pomeriggi di socializzazione. 

Il progetto Bartolea Caffè è gratuito e rivolto alle famiglie del Valdarno: voluto dal Comune di Montevarchi e affidato alla Cooperativa Giovani Valdarno, viene realizzato in collaborazione con AIMA Firenze. Il progetto è coordinato da un’assistente sociale e un educatore professionale, in sinergia con il servizio sociale del Comune di Montevarchi.

Le famiglie che partecipano sono invitate a mettersi in gioco attivamente nelle varie attività come la musicoterapia, le attività assistite con gli animali, la coordinazione motoria e spazio temporale e le attività per il miglioramento del tono dell’umore. Nel corso di quest’anno il Bartolea Caffè si è arricchito di una nuova iniziativa: “Con altri occhi – Arteterapia”: il museo del Cassero per la Scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento ha così aperto le porte a malati e familiari, per offrire momenti di interazione con le opere, prendendo spunto da esperienze simili effettuate in importanti musei nel mondo.
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati