A 51 anni dall’alluvione di Firenze, tiene ancora banco la questione della messa in sicurezza dell’Arno. L’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni è intervenuta facendo il punto sulle opere che la Regione ha eseguito, e quelle che invece aspettano ancora
Si sono sbloccati i lavori per le casse di espansione dell'Arno nel tratto del Valdarno fiorentino; ma per il sovralzo della diga di Levane mancano ancora i soldi, 25 milioni di euro circa, fondi che la Regione ha già richiesto al Governo. Sono considerati, infatti, tasselli fondamentali per la messa in sicurezza del fiume Arno, e per prevenire esondazioni come quella del 1966.
Il 4 novembre di 51 anni fa, l'Arno straripò a Firenze, facendo danni enormi. Ma anche il Valdarno era sott'acqua, soprattutto perché non ressero gli argini dei principali affluenti del fiume che attraversa la vallata. E oggi continua a tenere banco il dibattito sulla messa in sicurezza del territorio: è passato più di mezzo secolo, ma molto resta ancora da fare. Lo aveva sottolineato, nei giorni scorsi, il Comitato scientifico internalizionale Firenze 2016, ricevendo immediata replica dal Governatore della Toscana, Enrico Rossi.
Oggi, nel giorno dell'anniversario, anche l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni torna a fare il punto della situazione. La Regione Toscana è impegnata in prima linea contro il rischio idraulico ed ha investito energie e risorse nella prevenzione di future alluvioni a danno della città di Firenze e delle aree limitrofe. Il 1966 ha segnato la storia e la memoria della Toscana, anche la nostra percezione del rischio idraulico. L'alluvione di Firenze di allora, quella di Livorno di pochi mesi fa e tutti gli altri eventi tragici che hanno segnato il nostro territorio ci dimostrano costantemente l'attualità e l'importanza degli interventi di prevenzione. E la Toscana non vuol farsi trovare impreparata. Stiamo lavorando per portare a termine nel più breve tempo possibile le opere previste dal nostro Piano di gestione del rischio alluvioni".
"Se i finanziamenti arrivassero – assicura Fratoni – la Regione sarebbe in grado di completare l'intero intervento entro il 2021/2022". Il Piano di Gestione Rischio Alluvioni comprende interventi a monte della città di Firenze. Alcune di queste opere sono in corso di realizzazione, altre sono in fase di progettazione. I lavori già in corso solo per tutelare l'Arno hanno un valore di 100 milioni di euro. Sono stati ri-avviati dal 2012, quando la Regione ne ha ripreso la competenza, e stanno procedendo per stralci funzionali: in altre parole, si appaltano e realizzano lotti funzionanti anche prima del completamento dell'intero intervento.
La più rilevante delle opere previste è il sistema di laminazione di Figline, oggi in fase di realizzazione, che può essere definita come il primo 'scudo' a tutela del centro urbano di Firenze. L'innalzamento della diga di Levane è il secondo, importantissimo, passaggio: ma per questa mancano i soldi, ha ribadito ancora una volta la Regione Toscana.
Il sistema di laminazione in Valdarno fiorentino.
Il soggetto attuatore è la Regione Toscana, e l'intero sistema comprende le casse di espansione di Leccio, Prulli, Pizziconi e Restone, situate nei Comuni di Figline e Incisa, Reggello e Rignano sull'Arno.
La volumetria complessiva e la loro capacità di regolazione, utilizzando separatoie mobili, permetterà di gestire la laminazione di circa 25-30 milioni di metri cubi di acqua. Nel caso di un evento simile a quello del 1966, il sistema di laminazione del Valdarno fiorentino (se completato) permetterebbe sostanzialmente un abbattimento della portata di acqua in arrivo nel centro storico di Firenze di circa il 10%.
I lavori del primo stralcio della Cassa Pizziconi (lavori visibili passando fra Matassino e Montalpero) saranno ultimati entro l'inizio del 2018, mentre la gara per il secondo stralcio sarà aggiudicata nele prossime settimane. Entro l'anno, inoltre, saranno aggiudicati i lavori dei primi stralci della Casse Restone, Prulli e Leccio.
Il sovralzo della Diga di Levane.
Regione ed Enel hanno già stanziato risorse che rendono possibile la progettazione dell'innalzamento della diga di Levane: ma siamo fermi a questa fase, perché l'opera non ha ancora ricevuto le attese risorse statali.
Il rialzo della diga di Levane, e quello degli argini dell'invaso a monte, permetterà di invasare ulteriori 9 milioni di metri cubi di acqua rispetto agli attuali, aumentando quindi notevolmente la sicurezza dell'Arno.
In caso di un altro evento pari a quello del 1966, si stima che l'azione combinata del sistema di laminazione di Figline e dell'innalzamento della diga di Levane permetterebbe un abbattimento della portata in arrivo al centro storico di circa il 15%.
Anche in questo caso il soggetto attuatore dell'intervento è la Regione Toscana ed il costo stimato è di circa 25 milioni di euro, dei quali si attende appunto il finanziamento.