Alla campagna “Riparte il futuro” di Libera e del Gruppo Abele hanno aderito tre sindaci della provincia d’Arezzo, di cui due in Valdarno. A Laterina la consegna del braccialetto simbolo della campagna alla prima cittadina Catia Donnini: presenti i referenti di Libera per il Valdarno e la Toscana
Un braccialetto bianco, simbolo della campagna “Riparte il futuro”, è stato consegnato al sindaco di Laterina Catia Donnini per aver aderito al progetto di Libera e del Gruppo Abele contro la corruzione e per la trasparenza amministrativa. I primi cittadini di Laterina e Castelfranco Piandiscò sono gli unici due del Valdarno che hanno accolto la proposta lanciata alcuni mesi fa dalle associazioni ai candidati alle elezioni amministrative non solo locali, ma a livello nazionale.
“È un onore riceverlo: come amministrazione ci sentiamo in piena sintonia con quanto proposto e adotteremo quanto prima la delibera”, ha commentato Catia Donnini, aggiungendo anche l’intenzione di aderire alla Carta di Pisa di Avviso Pubblico. “Per noi non sarà una grande modifica perché in tema di appalti pubblici e di trasparenza molto era stato fatto già dalle precedenti amministrazioni. Dunque modificheremo solo quelle parti che ancora non corrispondono a pieno da quanto richiede la campagna”.
Alla consegna erano presenti Sergio Serges, referente del Coordinamento Valdarno Superiore di Libera, e don Andrea Bigalli, referente della Toscana di Libera. “Nella provincia d’Arezzo hanno aderito Laterina, Castelfranco Piandiscò e Sestino: ora i tre sindaci si impegnano ad attuare le prescrizioni della delibera entro 200 giorni, per combattere la corruzione anche a costo zero”, ha spiegato Serges. “In Valdarno era stato proposto l’impegno anche su temi come lotta al gioco d’azzardo, alla povertà e per rendere trasparenti gli appalti pubblici attraverso l'attuazione di un accordo raggiunto qualche anno fa tra Conferenza dei Sindaci, le associazioni di categoria e quelle che si occupano del sociale. Ma purtroppo ancora non ci sono novità in merito”.
“Partiamo da qui per costruire una società con al centro la legalità, che potrà esercitare il diritto di sapere chi governa la città, a quello di monitoraggio della vita economica del comune, il diritto di partecipare alle politiche anticorruzione e domandando ai politici la responsabilità delle proprie azioni tramite un codice etico stringente”, ha spiegato don Andrea Bigalli, referente toscano di Libera, ha sottolineato l’importanza di vigilare costantemente, perché la mafia non è nell’Italia Meridionale, ma dove ci sono interessi, dove si muovono i soldi, come per il Mose e l’Expo, oltre che in Toscana.
Bigalli ha indicato in circa 1000 i beni confiscati alla mafia “anche nella nostra terra, non dobbiamo mai abbassare la guardia. Per questo Libera ha deciso di partire anche dai sindaci, dagli amministratori, dalle città grandi e piccole dove si governa la cosa pubblica”.
Nel mese di settembre si terrà la consegna del braccialetto bianco anche a Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò, l’altro comune del Valdarno ad aver aderito alla campagna.