La lista civica Terranuova in Comune, la prima a sollevare la questione, torna sull’argomento sanità in Valdarno alla luce del regolamento approvato dalla Conferenza Stato – Regioni. “In gioco ci sono il funzionamento dell’Ospedale del Valdarno, ma anche del Serristori di Figline in quanto entrambi sono al di sotto di un bacino di utenza tra 80.000 e 150.000 abitanti”
“Riunificare il bacino di utenza dei due ospedali”: è questo l'auspicio della lista civica Terranuova in Comune, la prima a sollevare la questione sulla sanità valdarnese alla luce del regolamento approvato dalla Conferenza Stato – Regioni, per salvare il monoblocco della Gruccia e il Serristori di Figline.
Per prima cosa la lista terranuovese si chiede se il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi fosse o meno a conoscenza del regolamento mentre stava varando la nuova riforma sanitaria regionale.
“Il Governatore Rossi sapeva? Era a conoscenza del regolamento approvato dalla Conferenza Stato/Regioni con una razionalizzazione di reparti e di servizi ospedalieri in riferimento al bacino di utenza servito? Se sapeva, perché tanto silenzio nei confronti di un provvedimento con un forte impatto sulla salute dei cittadini?”.
Poi spiega:
“In gioco ci sono il funzionamento dell’Ospedale del Valdarno, ma anche del Serristori di Figline in quanto entrambi sono al di sotto di un bacino di utenza tra 80.000 e 150.000 abitanti. Una questione tenuta troppo in sordina a livello regionale. Questo ci preoccupa molto. Non ci rassicura l’ intervento dall’assessore regionale alla Sanità. Non a caso stiamo collaborando con i sindaci e con le assemblee spontanee di cittadini e di associazioni perché siamo tutti consapevoli dei pericoli che l’applicazione dei nuovi quadri normativi nazionali e regionali potrebbero arrecare alla popolazione valdarnese, da Pergine a Rignano".
E se il presidente della Conferenza dei sindaci, Maurizio Viligiardi, e il sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai auspicano una sinergia e un'unità tra i due presidi, Terranuova in Comune spera anche in una vera e propria unificazione del bacino d'utenza.
"Si parla tanto di Comune unico per argomenti molto meno importanti e fattibili. Oggi serve riunificare invece un “bacino di utenza”, creando un unico presidio sanitario, che superi anche le miopie del passato, avvalendosi di due plessi ospedalieri esistenti per garantire servizi sanitari adeguati. La scelta di depotenziare molti reparti e servizi in base al bacino di utenza servito dal plesso ospedaliero non ha niente a che a che vedere con l’appartenenza ad una Asl piuttosto che ad un’altra, perché ciò determinerebbe una riduzione dei servizi al cittadino. Senza allarmismi, questo porterebbe ad una fortissima criticità per il livello assistenziale rivolto alla popolazione valdarnese. A seguito di questo depotenziamento, anche quei reparti rimasti avrebbero un’operatività ridotta e quindi risulterebbero incapaci di dare risposte locali anche ai più semplici problemi clinici. Basta fare l’esempio delle malattie tumorali: molte delle quali da un punto di vista chirurgico non potrebbero essere più gestite nel nostro ospedale della Gruccia".
"Qui non si tratta di fare una lotta per mantenere la sede di una delle 3 mega- asl volute dal Presidente Rossi, si tratta di lottare per mantenere in Valdarno una risposta ospedaliera che rispetti il cittadino. Noi lo stiamo già facendo”.