27, Dicembre, 2024

Solo uno sportello per i biglietti, caos alla stazione di Figline. Il racconto di chi c’era: “Rabbia e delusione, mi sono vergognata per la figura con gli stranieri”

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Circa cinquanta persone in coda perché le macchinette automatiche non funzionano. “Gente con valigie, zaini, famiglie con bambini, tanti turisti perplessi”, racconta Francesca. “La beffa? Dopo la corsa per non perdere il treno, fuori uso anche tutte le cinque obliteratrici. In molti alla fine hanno rinunciato”

Una coda interminabile di persone davanti all'unico sportello aperto per fare i biglietti per il treno. Succede alla stazione di Figline, dove stamani la situazione è arrivata al limite della sopportabilità. Fuori uso tutte le macchinette automatiche per i ticket, chiuso anche il bar vicino, per i viaggiatori l'unica possibilità era quel solo sportello aperto. 

Una cinquantina di persone in coda, tanto che la fila arrivava fuori dalla stazione. Già si preannunciava dura, per chi voleva prendere il treno. Tanto più che in mezzo c'erano anche decine di turisti, famiglie con bambini che non capivano di preciso cosa stesse succedendo. E alla fine, quel treno per Firenze non tutti sono riusciti a prenderlo. 

A raccontare tutto è Francesca, pendolare valdarnese per anni, oggi vive in Australia e approfitta dell'estate per una visita a casa. E si trova in mezzo al caos: "Arrivo in stazione alle 8:55 per prendere il diretto Roma-Firenze delle 9:17; trovo un solo sportello, una coda che arrivava fuori dalla porta, il bar fuori sfortunatamente chiuso, la macchinetta automatica spenta perché guasta. In fila c'erano famiglie, turisti con lo zainetto e gente con la valigia".

E così si mette in coda, dietro ad altre decine di persone: "Gli italiani arrabbiati o rassegnati, qualcuno inveiva contro l'unico funzionario e chiedeva di avvisare il treno, per permettere a tutti di prenderlo; gli stranieri persi, occhi smarriti. Qualche famiglia con bambini ha abbandonato la coda, quelli che sono rimasti hanno perso il treno. Riesco a fare il biglietto al volo, con i soldi contati, quando il treno è già in stazione, e corro ai binari".

A quel punto, la beffa: "Nessuna macchinetta obliteratrice era funzionante! Correndo come una matta sono riuscita a salire in treno; molti lo hanno perso. Spinta dal mio senso civico, ho cercato il controllore che era nella prima carrozza: non c'è stato bisogno di spiegargli la situazione, perché già ripetuta dagli altri prima di me… mi ha preso, bucato e scritto la data sopra al biglietto".  

"Scusate lo sfogo – scrive Francesca – ma sono rimasta veramente delusa, perché guardavo gli stranieri e mi vergognavo. Adesso vivo in Australia, forse anche per questo ho notato il duro confronto: sugli autobus a Sydney, se la macchinetta non funziona e vorrei pagare in contanti, il conducente nel 99% dei casi dice di accomodarsi… È un dispiacere vedere che le cose peggiorano invece di migliorare!". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati